Tra Posta e PostFinance saltano circa 200 posti di lavoro

Dure le critiche dei sindacati: profonde contraddizioni in seno al gruppo del gigante giallo
BELLINZONA - PostFinance taglierà fino a 130 posti di lavoro entro novembre 2025, meno dei 141 annunciati. La decisione arriva al termine della procedura di consultazione avviata a giugno in seguito alla riorganizzazione aziendale prevista per il 1° dicembre 2025. La comunicazione è avvenuta questa mattina, tramite un comunicato stampa. I tagli interesseranno principalmente le funzioni amministrative centrali a Berna.
Ma le notizie non finiscono qui, perché sempre questa mattina transfair ha fatto sapere che La Posta taglierà altri 50 posti di lavoro a tempo pieno, nel settore IT entro il 2030.
Critiche dai sindacati - Dura la reazione dei sindacati. Per quanto riguarda PostFinance, nonostante i passi avanti, syndicom resta fortemente contrario alle soppressioni dei posti di lavoro. Secondo il sindacato, la decisione è ingiustificata considerando la solidità economica di PostFinance, una delle unità più redditizie del gruppo Posta. Il segretario centrale Dominik Dietrich sottolinea che si tratta di un’occasione persa: «Chi vuole muoversi strategicamente verso il futuro non effettua tagli di personale su larga scala. PostFinance perde l'opportunità di fidelizzare il proprio personale a lungo termine e di salvaguardare le loro competenze»».
Syndicom critica inoltre il quadro normativo che limita l’operatività di PostFinance, come il divieto legale di concedere crediti, e invita la politica a intervenire per garantire all’istituto un futuro sostenibile. Il sindacato continuerà ad assistere i dipendenti colpiti, sia con consulenza individuale che con azioni politiche, per la difesa dell’occupazione nel servizio pubblico.
Tagli alla Posta - Transfair, dal canto suo, critica il programma FutureWorks, nonché la decisione, che si inserisce in una serie di misure di tagli di posti di lavoro dal gennaio del 2024, e questo non da ultimo anche perché il reparto informatico funziona bene e contribuisce agli utili della Posta. Come osserva il sindacato nel comunicato diffuso, «il gigante giallo punta sulla digitalizzazione: una vera e propria contraddizione. Oltre a tutto questo, il Gruppo Posta sta introducendo misure di risparmio». Un'incoerenza, per Greta Gysin, presidente di transfair e Consigliera nazionale. «Il reparto IT funziona bene e contribuisce agli utili della Posta: questi tagli non sono in linea con la trasformazione digitale. C'è una forte carenza di forza lavoro specializzata soprattutto nel settore IT.»
Kerstin Büchel, Responsabile della categoria Posta/Logistica di transfair teme invece per le condizioni lavorative dei dipendenti: «Già oggi il carico di lavoro è elevato. Temiamo che tutto questo non faccia altro che rimandare i problemi». Per i rappresentanti «I tagli ai posti di lavoro nel reparto IT non sono che uno dei molti progetti di riorganizzazione che stanno preoccupando i dipendenti. La Posta Svizzera non solo prevede di chiudere circa170 filiali, ma dal gennaio del 2024 sta anche riducendo sistematicamente il proprio personale: 110 posti di lavoro nelle funzioni di supporto, fino a 130 posti di lavoro presso PostFinance e ora anche tagli nel settore informatico. transfair chiede di non adottare ulteriori misure di risparmio a discapito del personale. Come Gruppo di proprietà della Confederazione, la Posta ha un livello di responsabilità sociale particolarmente elevato».
La presa di posizione della Posta - Nel primo pomeriggio è arrivata la replica della Posta in relazione ai tagli. «Con oltre 45’000 collaboratrici e collaboratori, La Posta si conferma tra i principali datori di lavoro del Paese. L’azienda si distingue non solo per le condizioni d’impiego eque e attrattive, ma anche per il suo impegno nella formazione: ogni anno mette a concorso circa 760 posti di apprendistato, classificandosi come la terza maggiore azienda formatrice in Svizzera.
Nel suo percorso verso un futuro sostenibile e competitivo, mira a mantenere l’indipendenza finanziaria dallo Stato e a evitare il ricorso ai fondi pubblici. Per farlo, continua a rivedere costantemente i propri processi, alla ricerca di maggiore efficienza in tutte le sue unità operative.
Un esempio concreto di questa strategia è l’ottimizzazione del comparto informatico: negli ultimi mesi, l’azienda ha semplificato le strutture IT, eliminando sistemi paralleli e ridondanze grazie all’introduzione di nuove tecnologie. Questo processo porterà, nei prossimi cinque anni, alla soppressione di circa 50 posti a tempo pieno nel Service Center IT. Tuttavia, la riduzione avverrà in modo socialmente responsabile, privilegiando pensionamenti anticipati e fluttuazioni naturali.
Il personale IT è stato informato già nel giugno 2025 e sarà accompagnato con misure di sostegno personalizzate per tutta la durata del progetto. Allo stesso tempo, La Posta sta investendo nelle competenze digitali: dal 2024 ha creato circa 120 nuovi posti di lavoro in altri settori IT, in particolare per lo sviluppo di servizi digitali rivolti alla clientela.
Oggi, circa 1'500 collaboratori operano nell’area IT dell’azienda, contribuendo a modernizzare l’offerta digitale della Posta, senza perdere di vista la sua responsabilità sociale nei confronti del personale. Un equilibrio tra innovazione, occupazione e sostenibilità che rimane al centro della strategia aziendale».



