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WEF: Amherd parla alle truppe dopo l'azione di Greenpeace

In seguito all'intrusione nel Centro dei congressi, la consigliera federale ha parlato delle migliorie possibili nel campo della sicurezza.
Imago
Fonte ats
WEF: Amherd parla alle truppe dopo l'azione di Greenpeace
In seguito all'intrusione nel Centro dei congressi, la consigliera federale ha parlato delle migliorie possibili nel campo della sicurezza.

DAVOS - In occasione della sua ultima visita alle truppe impegnate al WEF in qualità di consigliera federale, Viola Amherd ha parlato con l'esercito delle possibilità di miglioramento in materia di sicurezza dopo l'azione di Greenpeace.

Ieri attivisti dell'organizzazione ambientalista erano infatti riusciti ad introdursi nel Centro dei congressi di Davos (GR), dove si svolge il Forum economico mondiale (WEF), esponendo uno striscione, prima dell'inizio ufficiale dell'evento. Chiedevano di tassare i super-ricchi e di finanziare un futuro equo e verde. Erano poi stati allontanati.

Anche se l'esercito viene impiegato solo in via sussidiaria, la ministra della difesa ha voluto sapere come era stata vissuta l'azione. «Tutti dovrebbero avere la possibilità di esprimere la propria opinione», ha dichiarato oggi Amherd durante la visita alle truppe, precisando tuttavia che le precauzioni in materia di sicurezza devono essere rispettate.

Rispondendo a una domanda dell'agenzia Keystone-ATS, la consigliera federale - che era accompagnata per l'occasione dal divisionario ticinese Maurizio Dattrino ndr. - ha voluto anche sapere dai membri dell'esercito se ci siano margini di miglioramento in termini di sicurezza.

Lunedì Greenpeace aveva già cercato di bloccare l'uscita dell'eliporto di Davos. Stamane attivisti dell'organizzazione hanno inoltre fissato cavigliere gonfiabili di grandi dimensioni ai jet privati parcheggiati nel vicino aeroporto di Samedan (GR). Lunedì altre organizzazioni avevano imbrattato con vernice verde l'ingresso di un hotel di Davos e un negozio temporaneo di Amazon.

L'esercito sostiene il dispositivo di sicurezza con circa 5'000 militi. La polizia cantonale grigionese è responsabile della sicurezza del WEF. Rispetto all'anno precedente, la situazione in questo ambito si è aggravata, ha dichiarato il comandante della polizia retica nonché responsabile delle operazioni, Walter Schlegel, prima dell'evento annuale.

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Ad Amherd è stato pure chiesto come valuta le rinunce di possibili candidati del Centro per la sua successione in Consiglio federale. La ministra dimissionaria ha risposto che queste decisioni devono essere rispettate. Amherd ne ha comunque approfittato per fare un po' di pubblicità per la sua carica. Il lavoro di consigliere federale è stato entusiasmante, impegnativo e piacevole.

Dopo l'annuncio delle dimissioni della vallesana, lunedì il Centro ha precisato l'iter per l'inoltro delle candidature: le persone interessate hanno tempo fino al 3 febbraio per farsi avanti. Molti però, anche taluni dati per favoriti (come il presidente uscente Gerhard Pfister o il consigliere nazionale Martin Candinas ndr.) hanno già detto che non si candideranno.

Uno dei compiti di chi le succederà, sarà anche quello di rafforzare il partenariato con la NATO deciso dal Consiglio federale. Ciò è importante per la sicurezza della popolazione svizzera. Non è possibile contrastare tutte le minacce da soli, ha detto Amherd. È quindi importante avere un partner e quello naturale della Confederazione è la NATO.

La ministra della difesa si è inoltre espressa a favore degli investimenti nell'esercito. Ha pure condiviso le dichiarazioni fatte al WEF da Volodymyr Zelensky. Nel suo discorso, il presidente ucraino ha infatti chiesto un riarmo a livello europeo.

«Il continente europeo, compresa la Svizzera, ha vissuto negli ultimi 30 anni grazie al cosiddetto dividendo della pace», ha dichiarato la responsabile (fino al 31 marzo) del DDPS. Dopo la caduta del muro di Berlino, si pensava che i conflitti in Europa fossero impossibili. Tuttavia, la guerra di aggressione russa in Ucraina dimostra il contrario. I risparmi sono stati fatti a spese dell'esercito, ed è per questo che ora è necessario uno sforzo maggiore.

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