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SVIZZERAKu Klux Klan al carnevale: si accende il dibattito politico

08.03.19 - 06:46
Discutibile scherzo oppure un vero e proprio nuovo movimento? In ogni caso polizia ha aperto un'indagine: «Gli interrogatori sono in corso»
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Ku Klux Klan al carnevale: si accende il dibattito politico
Discutibile scherzo oppure un vero e proprio nuovo movimento? In ogni caso polizia ha aperto un'indagine: «Gli interrogatori sono in corso»

SVITTO - Dodici uomini con cappucci e tuniche bianche, in processione con delle torce e un bandierone con sopra una croce celtica. Un vero e proprio revival del Ku Klux Klan, quello andato in scena lunedì scorso per le vie di Svitto. L'occasione era quella del carnevale cittadino ma la burla – se così si può davvero chiamare – ha fatto suonare più di un campanello d'allarme. Foto e video hanno fatto il giro del web e della carta stampata. «Più che una mascherata sembra un raduno ufficiale di suprematisti bianchi» conferma Hans Stutz, osservatore dei movimenti di estrema destra in Svizzera.

La combriccola, riporta un'indagine svolta da 20 Minuten, si è radunata in locale del capoluogo svittese che quella sera era chiuso al pubblico e la cui gestione è vicina alla destra estrema svizzera e simpatizzante del Partito nazionalista (Pnos). La polizia di Svitto, su richiesta, conferma e ribadisce che le indagini sono in corso per capire chi c'è all'origine di questa parata: «Stiamo sentendo alcune persone» dice il portavoce Florian Grossmann.

«I simboli razzisti sono da vietare»

Il gruppo mascherato da Ku Klux Klan fa discutere anche a Palazzo federale, dove viene condannato da politici di ogni schieramento. «È completamente fuori luogo e non ha nulla a che fare col carnevale» afferma il consigliere nazionale Udc Felix Müri. Per il presidente dei Verdi liberali, Jürg Grossen, è una scelta di cattivo gusto. E sottolinea che va verificato se sotto quelle maschere c'erano degli estremisti di destra.

Si dice scioccata la deputata Ps Martina Munz: «È un vero peccato che eventi sociali come il carnevale vengano utilizzati per tali messaggi politici». E ora si torna a parlare della necessità di un divieto di simboli razzisti, una proposta bocciata una decina di anni fa. Secondo Munz l'attuale legislazione in merito è lacunosa.

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