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Vittima di una "truffa romantica": «Per tre mesi non mi ha chiesto soldi»

Sabrina è fra coloro che si sono imbattute in un finto soldato americano online. E tu? Hai avuto a che fare con questo tipo di truffatori?
Keystone
Vittima di una "truffa romantica": «Per tre mesi non mi ha chiesto soldi»
Sabrina è fra coloro che si sono imbattute in un finto soldato americano online. E tu? Hai avuto a che fare con questo tipo di truffatori?
ZURIGO - Il raggiro torna ciclicamente da mesi e, facendo leva sul cuore al quale non si comanda, miete vittime prima in un Paese, poi nell’altro. Il racconto di una vittima svizzera che, recentemente, ha rischiato di cadere nella trappola del ...

ZURIGO - Il raggiro torna ciclicamente da mesi e, facendo leva sul cuore al quale non si comanda, miete vittime prima in un Paese, poi nell’altro. Il racconto di una vittima svizzera che, recentemente, ha rischiato di cadere nella trappola del finto soldato americano rivela quanto le “truffe romantiche” (così le ha ribattezzate la stampa italiana) possano essere sordide.

Sabrina Fuller (*), 41 anni, è stata contatta alcuni mesi fa su Facebook da un uomo che diceva di essere un militare americano di stanza in Afghanistan. I due hanno flirtato per mesi online: «Programmava di venirmi a trovare e non era assillante», racconta la donna a 20 Minuten. «Dopo tre mesi ho pensato che, se avesse voluto dei soldi, me li avrebbe già chiesti da un pezzo», spiega.

I due comunicavano via Facebook e per email. Nelle conversazione interveniva persino una presunta figlia dell’uomo. «Lui mi diceva che telefornarsi o videochattare era troppo pericoloso per via della sua missione», aggiunge però Sabrina. Il finto soldato, in ogni caso, non era affatto avaro: «Mi ha spedito fiori e cioccolatini per un valore di circa 120 franchi», afferma.

Dopo quattro mesi, tuttavia, qualcosa è cambiato: durante una missione il “militare” aveva trovato dei soldi che voleva mettere al sicuro. Sabrina li avrebbe dovuti custodire per lui. Il trasferimento avrebbe comportato delle spese che la donna avrebbe dovuto coprire. «Per me si trattava di riciclaggio di denaro - spiega -. Gli ho detto di non spedirmi quei soldi e lui ha tentato di farmi sentire in colpa». Anche la “figlia” del finto soldato ha provato a convincerla, ma il tarlo del dubbio si era ormai insinuato nella testa di Sabrina. La donna ha così scoperto che quel truffatore si era fatto passare già diverse volte per un soldato americano. I fiori, del resto, erano stati ordinati dall’Australia.

L’ambasciata americana a Berna conferma che queste truffe sono note. I truffatori usano spesso le foto di veri soldati americani. I metodi cambiano: c’è chi trova del denaro da far custodire, chi ha bisogno invece di un aiuto finanziario.

(*) nome di fantasia

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