La settimana da 70 ore presto una realtà?

Dominik Bürgy, presidente di Expertsuisse, vuole sopprimere il limite a 45 ore e le pause notturne: «Pretese che non possiamo più avere nel mondo globalizzato»
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ZURIGO - Dominik Bürgy, presidente di Expertsuisse, vuole sopprimere il limite delle 45 ore di lavoro settimanali. Così come le disposizioni sul riposo notturno e il divieto di lavorare la domenica, come spiegato in un’intervista rilasciata al Tages-Anzeiger e pubblicata il 2 maggio. «La prosperità non risiede solo nel tempo libero e nella famiglia, ma anche nel lavoro. E non è detto che lavorare 70 ore alla settimana sia per forza dannoso per la salute», ha dichiarato Bürgy.
È una questione di flessibilità: «Esperti, consiglieri e avvocati a volte sono costretti a lavorare ben più delle 45 ore permesse dalla legge. Mentre a volte pure di meno, a seconda dei progetti seguiti». La proposta è quindi di rimpiazzare il limite attuale con tassi stabiliti su periodi più lunghi, quali l’anno o il trimestre. «Da Ernst & Young - di cui Bürgy è membro di direzione - possiamo lavorare fino a 16 ore al giorno, per un totale tra le 60 e le 70 ore alla settimana. Chiaramente dopo periodi così abbiamo bisogno di riposarci, ma se prendiamo in considerazione un intero anno, non lavoriamo sicuramente più degli altri».
Lavoro notturno - Secondo Bürgy, ritmi di questo tipo sono sostenibili, anche per più mesi «a patto che si sia ben organizzati». Anche la pausa notturna è da rivedere: «Se qualcuno lavora fino alle 23, teoricamente non può tornare al lavoro fino alle 10 del mattino seguente. È una pretesa che non possiamo più avere nel mondo globalizzato di oggi».
Domeniche libere - Sotto la scure del presidente di Expertsuisse è infine passato anche il divieto al lavoro domenicale negli uffici. «Certo, non per tutti i posti di lavoro. Quello che interessa a noi riguarda circa il 10-20% degli impieghi. Vogliamo semplicemente più flessibilità. Molti membri della nostra Alliance Reflexion Suisse chiedono ai propri collaboratori più di quanto previsto dalla legge. Non possiamo permetterci di ignorarli.»



