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BASILEA CITTÀ«Una tassa d'entrata per i frontalieri»

14.04.16 - 19:00
È questa la proposta di Reiner Eichenberger, economista dell'Università di Friburgo in un seminario della Camera di Commercio di Basilea
«Una tassa d'entrata per i frontalieri»
È questa la proposta di Reiner Eichenberger, economista dell'Università di Friburgo in un seminario della Camera di Commercio di Basilea

BASILEA - La questione frontalieri non riguarda soltanto il Ticino. Il loro numero è in costante aumento in tutta la Svizzera. Come riferisce l'Ufficio federale di Statistica, nel 4° trimestre del 2015 erano 304.117 i frontalieri assunti dalle imprese nella Confederazione. L'aumento registrato è pari al 3,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Martedì si è tenuto a Basilea un seminario organizzato dalla Camera di Commercio di Basilea Campagna e Città (HKBB) dal tema «Svizzera - UE: quale futuro?». L'economista svizzero Reiner Eichenberger, direttore del seminario per la Scienza delle finanze all'Università di Friburgo, ha avanzato una proposta che non ha lasciato indifferente neppure la stampa estera.

Infatti, come riferisce la Badische Zeitung in un articolo pubblicato giovedì nella sua versione online, il professore, che aveva già fatto parlare di sé nel gennaio del 2015 quando, dopo la fine del cambio fisso franco-euro di 1,20, aveva invitato gli svizzeri ad andare a fare la spesa all'estero, durante il seminario di Basilea ha proposto di introdurre una «tassa di entrata» per lavoratori frontalieri e stranieri. «Con questo tipo di tassazione si avrebbe il modo di controllare meglio l'immigrazione e difendere il mercato del lavoro locale»

Una proposta che interessa molto da vicino i quasi 70.000 frontalieri francesi e tedeschi assunti da aziende di Basilea e dintorni.

L'iniziativa contro l'immigrazione di massa dell'UDC votata dal popolo il 9 febbraio del 2014 dovrà essere tramutata in legge a partire dai primi mesi del prossimo anno. Un rompicapo di difficile attuazione, che costringe il Consiglio federale ad equilibrismi assai complicati per riuscire a conciliare la volontà del popolo svizzero con quella dell'Unione Europea.

Il primo articolo dell'iniziativa UDC, che chiede che la Svizzera possa controllare in modo autonomo - e quindi in piena sovranità - l'immigrazione, cozza contro uno dei principi fondanti gli accordi bilaterali siglati tra la Svizzera e l'Unione Europea nel 1999. Per la Svizzera, tuttavia, essi sono considerati «la via maestra» da seguire. Ne è convinto Dominique Parravicini, vicedirettore della Direzione degli affari europei (DAE), che fa le veci a Henri Gétaz, Ambasciatore che dirige la Direzione degli affari esteri e titolare della delega per il coordinamento dei negoziati in corso tra la Svizzera e l'Unione europea.

Per Parravicini una tassa che va a colpire i lavoratori frontalieri e stranieri «è inimmaginabile» in quanto discriminatoria. Al contrario, secondo il vicedirettore del DAE, la normativa attuale della libera circolazione delle persone funziona, perché «è legata al contratto di lavoro e quindi alla richiesta da parte dei datori di lavoro».

Eichenberger, invece, la pensa diversamente. Nel suo intervento ha sottolineato i costi che genera l'immigrazione. Mentre i promotori dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa mettono in evidenza il fatto che la Svizzera ha comunque bisogno di lavoratori dipendenti stranieri, il professore dell'Università di Friburgo, ricorda che per esempio, il 30% dei medici in Svizzera è di nazionalità straniera, come tuttavia anche il 25% dei pazienti.

Ad esprimere una accesa opposizione alle tesi di Eichenberger sono stati la direttrice di Economiesuisse Monika Rühl e Christoph Mäder della Syngenta. Il manager ha ricordato che presso la multinazionale farmaceutica basilese sono impiegati, ormai da anni, più stranieri che svizzeri a riprova di quanto la comunità dei ricercatori sia fortemente caratterizzata dall'internazionalità. Inoltre è stato sottolineata l'importanza dei bilaterali per l'export svizzero. «Chi vuole esportare - è stato detto durante il simposio - necessita di mercati liberi. Un franco su tre viene guadagnato grazie allo scambio con l'Unione Europea. Scherza con il fuoco chi mette in pericolo gli accordi bilaterali». 



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COMMENTI
 

GI 8 anni fa su tio
Beh: sull'insalata bisognerebbe mettere prima il sale, poi l'aceto poi l'olio.....o prima l'olio, poi il sale ed in fine l'aceto o prima l'aceto poi il sale e poi l'olio......mi si dirà che tutto dipende dal tipo di sale, di olio e di aceto.... Voltala, pirlala e trüsala ma il risultato è sempre lo stesso: insalata condita. Il Popolo, o meglio la maggioranza di coloro che si sono espressi) ha dato seguito ad un'iniziativa senza conoscerne l'applicabilità.....

MIM 8 anni fa su tio
Risposta a GI
No, è un'iniziativa generica. Il popolo ha indicato la via, ha deciso. E' l'autorità politica che non vuole seguire e applicare l'esito. Non siamo in UE, e i politici a volte lo dimenticano.

MIM 8 anni fa su tio
Idea da valutare meglio. In Ticino, visto il caos di traffico che causano i frontalieri, io introdurrei una tassa annuale per l'utilizzo del veicolo privato. Nessuno può parlare di disparità di trattamento (verdi e rossi state fermi) in quanto i residenti pagano la tassa di circolazione per utilizzare le strade. Il permesso G dovrebbe essere annuale e non della durata di 5 anni; un rinnovo semplice con una conferma dal datore che lavora ancora per lui. 50 fr per l'utilizzo dell'auto privata con la consegna di un contrassegno) e 50 fr. per il permesso annuale. (oggi pagano fr. 68 per 5 anni... fate voi i conti).

mgk 8 anni fa su tio
Visto il valore di certi busenghi ....magari l italia vuole l indennizzo

mgk 8 anni fa su tio
Risposta a mgk
Comunque va a compensare i lestofanti di cui il belpaese e ben contento che ce li siamo presi

Thor61 8 anni fa su tio
Che il professore dia i numeri lo si capisce lontano un miglio, si capisce anche che l'economia voglia gestire la politica in maniera spudorata.

Danny50 8 anni fa su tio
Punto primo: gliutili di Roche e Novartis vanno agli azionisti e non alla popolazione.Punto 2. Dei principi fondanti UE ce ne facciamo un baffo, mica l'abbiamo inventata noi questa associazione mafiosa. Inoltre che comincino a rispettarei cosiddetti principi fondanti all'interno del baraccone, cosa che non sembra essere del caso con totale mancanza di rispetto degli accordi Dublino, costruzione di muri tra i fondanti (fusi ?) ecc ecc.Quindi basta tergiversare. Introduzione di contingenti, punto e basta, come da art. 21 costituzione. Che questo CF esegua il suo lavoro o se ne vada ai pascoli.

Danny50 8 anni fa su tio
Punto primo: gliutili di Roche e Novartis vanno agli azionisti e non alla popolazione.Punto 2. Dei principi fondanti UE ce ne facciamo un baffo, mica l'abbiamo inventata noi questa associazione mafiosa. Inoltre che comincino a rispettarei cosiddetti principi fondanti all'interno del baraccone, cosa che non sembra essere del caso con totale mancanza di rispetto degli accordi Dublino, costruzione di muri tra i fondanti (fusi ?) ecc ecc.Quindi basta tergiversare. Introduzione di contingenti, punto e basta, come da art. 21 costituzione. Che questo CF esegua il suo lavoro o se ne vada ai pascoli.
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