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Gates Orlando e l'onda coronavirus negli States: «Vivo l'emergenza da Minneapolis. NHL? Si discute ogni giorno»

Draft 2020, campionato congelato e Covid-19 negli USA: parla l'ex Lugano Gates Orlando, membro dello staff dei Devils.
Keystone/Tipress
Gates Orlando e l'onda coronavirus negli States: «Vivo l'emergenza da Minneapolis. NHL? Si discute ogni giorno»
Draft 2020, campionato congelato e Covid-19 negli USA: parla l'ex Lugano Gates Orlando, membro dello staff dei Devils.
Il 57enne, ex attaccante due volte campione svizzero, è stato tra gli assoluti primattori del Lugano targato '98/99: «In questi giorni so che hanno fatto rivedere la finale... mi hanno scritto diversi ex compagni».
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MINNEAPOLIS - Con la pandemia dilagata in ogni angolo del pianeta, le cifre sono sempre più impressionati e, di giorno in giorno, vengono tristemente ritoccate verso l’alto.  Nel mezzo della tempesta e nel pieno della morsa del Covi...

MINNEAPOLIS - Con la pandemia dilagata in ogni angolo del pianeta, le cifre sono sempre più impressionati e, di giorno in giorno, vengono tristemente ritoccate verso l’alto. 

Nel mezzo della tempesta e nel pieno della morsa del Covid-19, gli Stati Uniti stanno vivendo giorni drammatici, con le ultime notti che hanno consegnato all’alba numeri da incubo: superate le 23¦000 vittime e letteralmente esploso il numero dei contagi. Il 57enne Gates Orlando, tra gli assoluti primattori del Lugano targato '98/99 capace di vincere il titolo piegando l’Ambrì in finale, ci ha parlato della realtà a stelle e strisce.

«Strade vuote e clima spettrale, è l’unica via per contrastare il virus nella speranza che seguendo le regole la situazione si calmi: negli States abbiamo superato la soglia drammatica del mezzo milione di contagi - esordisce Orlando, nello staff dei New Jersey Devils come direttore dello scouting - Io vivo l’emergenza dalla mia casa a Minneapolis, dove comunque posso lavorare. Guardo anche 4-5 ore di video al giorno, posso analizzare i giocatori in maniera differente rispetto a quanto accade alla pista».

L’epicentro della pandemia resta New York: la città che non dorme mai è stata costretta a fermarsi.
«Come già accaduto per esempio a Milano, qui ormai è tutto deserto. New York è la città più colpita d’America e Newark, dove hanno sede i New Jersey Devils, è dall'altra parte del fiume. Sono città fantasma. Lo stesso discorso, parlando delle realtà in cui vivo e che ben conosco, vale per Minneapolis».

Intanto la NHL è congelata. Tra dubbi e incertezze sull’evolversi della situazione, si ipotizza anche di riprendere in estate e finire il campionato giocando nelle località meno colpite.
«Ogni giorno si discute dei possibili scenari e la speranza è quella di poter tornare in pista, ma la situazione è delicata. La volontà sarebbe quella di assegnare la Stanley Cup anche in settembre-ottobre e salvare il salvabile. La decisione però non spetta al mondo dello sport. Bisogna sottostare agli organi competenti».

Per Gates Orlando un evento cerchiato in rosso sul calendario è ovviamente il prossimo Draft.
«Dovrebbe svolgersi il 26 giugno a Montréal, ma non sappiamo quel che può succedere. Bisognerà capire come e dove lo faranno».

A proposito del Draft - accantonando un attimo il Covid-19 e parlando di sport - la prima scelta assoluta dovrebbe essere il canadese Alexis Lafrenière. L’attaccante dei Rimouski Océanic - dove in passato è transitato anche un certo Sidney Crosby -, per molti è un predestinato.
«Tutti dicono che sarà la prima scelta assoluta, ma ci sono anche altri ottimi giocatori. Bisogna aspettarsi un Draft in cui, a livello di primissime scelte, ci saranno tanti attaccanti. Sugli svizzeri posso dire che ci sono dei giocatori validi, ma non certo ai livelli di un Nico Hischier (prima scelta assoluta del 2017, ndr), Timo Meier (9a) e Kevin Fiala (11esima)».

Ultime battute sulla Svizzera e il Ticino, dove Orlando ha lasciato grandi ricordi e tanti amici. 
«Seguo sempre la National League e sento spesso tanti amici a Berna, Zurigo e ovviamente in Ticino. In questi giorni so che hanno fatto rivedere la finale del 1999, con il titolo vinto ad Ambrì. Mi hanno scritto Gian-Marco Crameri e altri 2-3 ex compagni. Resta un bellissimo ricordo. Quello al Lugano è stato l’ultimo anno della mia carriera e sono molto attaccato a quell’avventura. Certo, non a tutti in Ticino avrà fatto piacere rivedere quella finale...», conclude sorridendo Gates Orlando.

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