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CARONA

Ramon Consoli, "pilota" del progetto: «Il portiere? Vi spiego cosa serve...»

In questi giorni Carona ospita per il terzo anno consecutivo un camp riservato ai portieri. Solo 40 i posti disponibili per salvaguardare la qualità del corso
Aneta Jurczenia
Ramon Consoli, "pilota" del progetto: «Il portiere? Vi spiego cosa serve...»
In questi giorni Carona ospita per il terzo anno consecutivo un camp riservato ai portieri. Solo 40 i posti disponibili per salvaguardare la qualità del corso
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CARONA - Per il terzo anno consecutivo Carona ospita il Camp Portieri della Federazione Ticinese di Calcio, ormai un punto di riferimento per chi vive il ruolo del portiere con ambizione e serietà. A guidarlo c’è Ramon Consoli, figura chiave nella formazione ticinese, capace di costruire nel tempo un percorso solido, strutturato e di qualità per i numeri uno del futuro.

Allenatore dei portieri della Nazionale A di futsal e responsabile dell’area tecnica portieri FTC, Ramon ha mosso i primi passi come allenatore nel settore giovanile del Bellinzona, per poi guidare la prima squadra in Prima Lega Classic e Promozione, proseguendo in Challenge League con il Chiasso.

La filosofia del camp si riconosce nei dettagli. Ogni elemento è pensato con cura, dalla selezione dello staff — basata prima sull’empatia e poi sulle competenze — alla presenza di portieri in attività, che portano energia e concretezza. Nulla è improvvisato: ogni scelta risponde a una visione precisa.

Ramon lo dice chiaramente: «Tutto questo è comunque merito di Livio Bordoli, che ha subito sposato e reso possibile questa visione». E aggiunge: «Il vero segreto del successo sono i miei collaboratori: persone che portano sul campo qualità, professionalità ed empatia. Senza di loro, nulla di tutto questo sarebbe possibile».

Il camp si sviluppa secondo le linee guida della ASF, in continuo confronto con Patrick Foletti, e si arricchisce della presenza di profili internazionali come Gabriele Aldegani, oggi allenatore dei portieri della Nazionale della Lettonia. Solo 40 i posti disponibili, per garantire il massimo della qualità. Il camp è aperto anche alle ragazze, che ogni anno si distinguono per impegno e serietà.

Quali qualità servono per arrivare in Super League?
«Parlare oggi di portiere significa parlare di un atleta che deve saper fare tutto, ma soprattutto saper decidere bene. Il livello tecnico — parata, uscite, gestione dell’area — è solo il punto di partenza. Il portiere moderno è coinvolto nella costruzione del gioco, deve avere piedi educati, visione, lettura. A livello fisico, non basta più essere esplosivi: serve equilibrio, coordinazione, capacità di recupero. Ma la differenza la fa la mente: resilienza, lucidità nelle situazioni complesse, capacità di gestione dell’errore e delle emozioni. Il ruolo ti isola, ti espone, ti giudica in silenzio. Non tutti lo reggono.Si nasce portieri, sì. Ma si diventa di livello con il lavoro quotidiano, attraverso i dettagli. Ed è lì che si gioca tutto».

A Carona, questa visione prende forma. Un camp, sì. Ma soprattutto un progetto di cultura calcistica.

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