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Renato Carettoni lascia la panchina del Lugano ma non il club

La società non rinuncerà ad un conoscitore della pallacanestro svizzera che avrà un ruolo importante a livello tecnico-gestionale per crescere e pensare in grande. Partita la ricerca di un sostituto
(Archivio Ti-Press)
Renato Carettoni lascia la panchina del Lugano ma non il club
La società non rinuncerà ad un conoscitore della pallacanestro svizzera che avrà un ruolo importante a livello tecnico-gestionale per crescere e pensare in grande. Partita la ricerca di un sostituto
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LUGANO - Veni, vidi, vici... vado Carettoni lascia la panchina del Lugano. Potrebbero essere queste le parole di accompagnamento alla decisione di Carettoni, congiunta alla dirigenza dei Tigers Lugano, di lasciare la panchina bianconera. Da div...

LUGANO - Veni, vidi, vici... vado Carettoni lascia la panchina del Lugano. Potrebbero essere queste le parole di accompagnamento alla decisione di Carettoni, congiunta alla dirigenza dei Tigers Lugano, di lasciare la panchina bianconera.

Da diverse settimane c’era la voce che parlava di un divorzio, ma non è stato così. In effetti Carettoni ha sempre affermato (a noi almeno) che sarebbe stato a disposizione della società: nel ruolo di capo allenatore, sin quando lui si sentiva di portare avanti la squadra oppure con un altro compito se la dirigenza avesse voluto un cambiamento.

L’uscita dalla Coppa Svizzera ha forse dato un’ulteriore spinta nella scelta della società, anche se la rescissione del contratto di Walton di venerdì faceva pensare a un messaggio forte ai giocatori. E questo messaggio è stato recepito, visto come tutti si sono messi al servizio di tutti nella gara vincente contro il Vacallo.

Facciamo un passo indietro: a inizio stagione i discorsi erano stati chiari: vincere, perché la squadra è stata costruita per vincere. La Helsinn del vice presidente Braglia ha investito non poco, nell’ambito di un ulteriore passo che dovrebbe portare i bianconeri verso traguardi oltre i confini, vale a dire giocare in Europa.

Se questi erano i sogni per il dopodomani, l’oggi voleva un Lugano in corsa sino alle finali. L’uscita dalla Coppa, il secondo dei tre traguardi, ha già minato gli obiettivi della società. Fra gli imputati, ovviamente, il coach e il coaching, vale a dire la gestione della squadra. Il problema della comunicazione fra allenatore e giocatori, la lingua per intenderci, è stata valutata come un ostacolo troppo grande.

Da qui la necessità di un cambiamento, senza però privarsi di un allenatore che conosce la pallacanestro svizzera come pochi e che può avere un ruolo importante a livello tecnico-gestionale in una società che vuole crescere e pensare in grande. Ecco perché a Carettoni è stato proposto un ruolo attivo nel Lugano che lui ha accettato.

Si tratta ora di capire chi potrà essere il nuovo coach. A naso potrebbero esserci vecchie conoscenze del nostro ambiente: Joe Welton, ex Bellinzona anni ‘90, e in Germania sino allo scorso anno; Zare Markovski, attualmente libero, ma il cui ingaggio ha cifre che non crediamo sostenibili per una compagine elvetica (e qualche panchina traballante in Italia lo mette comunque in attesa).

Dall’Italia potrebbe arrivare qualche coach della A1 tagliato di recente. Si possono fare molte illazioni, ma crediamo che la scelta sarà di fondamentale importanza per quel progetto di cui si diceva prima. Un Lugano che si proietta nel futuro deve cominciare ora a mettere le basi nei prossimi mesi. Restiamo in attesa delle novità. Imminenti.

Mec/laRegioneTicino

Foto d'apertura: Ti-Press

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