Sensazioni, emozioni (e suoni) dalla prima giornata di Basilea raccontata dai ragazzi di Radioimmaginaria.
BASILEA - Basilea, giorno 1. Intorno alla St. Jakobshalle arena c’è un’atmosfera strana. Qualche steward vestito con una pettorina gialla sta ancora attaccando qua e là gli ultimi striscioni mentre in mezzo alla strada iniziano già a vedersi i primi fan.
Chi è arrivato per assistere all’Eurovision lo si riconosce immediatamente dall’outfit che indossa: pantaloni di paillettes, giacche rosa shocking, cappelli arcobaleno, scarpe e occhiali di ogni forma e colore. Alcuni sono avvolti dalla bandiere del loro Paese, i più lontani arrivano dall’Australia.
Ogni tanto, in lontananza, assoli di chitarra e batteria, rompono il silenzio di questo lunedì svizzero. Sono gli ultimi sound check, prima dell’inizio della festa.
Tra qualche ora qui attorno nessuno riuscirà più a muoversi.
In tutta Europa l’Eurovision è un evento seguitissimo, come se fosse una finale degli Europei o di Champions League.
Durante questa settimana più di 150 milioni di persone sparse per tutto il mondo seguiranno tutto quello che succederà a Basilea e molti ragazzi hanno deciso di prendere l’aereo per venire a vedere lo spettacolo dal vivo.
Noi di Radioimmaginaria, la radio degli adolescenti, non potevamo assolutamente mancare e ogni giorno vi racconteremo qui su TicinOnline le storie più belle del Festival musicale più seguito al mondo.
La settimana del Contest è ufficialmente iniziata ieri, domenica 11 maggio, quando per le strade del centro di Basilea, le 37 delegazioni dei Paesi in gara hanno sfilato sul Turquoise Carpet, il tappeto turchese che ogni anno dà il via alla cerimonia di inaugurazione. Dal Rathaus le delegazioni sono salite su un tram speciale diretto a Marktplatz, per poi arrivare fino a Riehenring, nei pressi dell’Eurovision Village, il cuore pulsante del Festival. E anche se la prima semifinale (durante la quale si esibiranno sia Zoë Më, in gara per la Svizzera, sia Lucio Corsi, in gara per l’Italia) sarà domani sera, tutta la città si sta già preparando.
Camminando per le strade di Basilea in questi giorni ti rendi conto di essere in un posto speciale. Lo capisci dalla bandiere colorate appese per le strade o dai tram della città che per questa settimana sono stati trasformati in discoteche e karaoke su rotaie, con tanto di dj set e sfere specchiate, appese al soffitto. L’Eurovision Song Contest in realtà è molto di più che una semplice competizione tra canzoni. È un po’ come se con il passare degli anni fosse diventato un evento generazionale, un appuntamento fisso per migliaia di ragazze e ragazzi provenienti da tutto il mondo che ogni anno si ritrovano nella stessa città per stare insieme.
Potrebbe essere considerato, con tutte le dovute differenze, il Woodstock della nostra generazione. Un momento in cui la musica sa di rivoluzione. Qui tutti hanno qualcosa da dire. C’è chi lotta per la pace, chi per i cambiamenti climatici, chi per i diritti ma tutti scelgono di parlare con la musica.
Ci sono ovunque persone abbracciate alle loro bandiere che riempiono piazze e strade, si suona, si balla, si canta ma soprattutto ci si sente parte di una cosa sola. In contesti come questi ciò che conta non è vincere o tifare per il cantante del proprio Paese, ma condividere emozioni straordinarie con persone che probabilmente non rivedrai mai più in tutta la tua vita, avere la libertà di essere te stesso.
La prima edizione di ESC si è tenuta a Lugano nel 1956, qualche anno dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, per volere dell’UER o EBU, l’Unione europea di radiodiffusione, un'organizzazione importantissima, nata proprio in Svizzera, che riunisce ancora oggi i principali enti radiotelevisivi pubblici di Europa e di altri Paesi vicini. In quel momento storico così delicato, si sentiva il bisogno di far capire alla gente che, nonostante tutto, fosse possibile pensare a un’Europa unita, senza guerre e conflitti, e si è scelto di farlo proprio attraverso la musica.
Dal 2023 il motto di Eurovision Song Contest è "United By Music", in un periodo come questo in cui essere uniti sembra sempre più difficile, la musica continua ad essere ciò che ci fa sentire vicini, ovunque ci troviamo, proprio come la radio. Ecco perché siamo qui!
L’Eurovision Song Contest è un’occasione straordinaria per incontrare tanti nostri coetanei provenienti da tutto il mondo che condividono le nostre stesse passioni, le nostre stesse paure e i nostri stessi sogni. A tutte le ragazze e i ragazzi che incontreremo in questi giorni vorremmo fare una domanda: gli adolescenti, nel 2025, da cosa si sentono uniti?
Noi non vediamo l’ora di scoprirlo. Per saperne di più, continuate a seguirci ogni giorno, fino a domenica 18 maggio, su TicinOnline e su radioimmaginaria.it!