Il mondo è pazzo di lui: Drake tamarro d'oro
Il re Mida hip-hop che viene dal freddo (l'Ontario) è un mistero musicale che pochi riescono a spiegare
TORONTO - Non è ben chiaro cosa faccia e come lo faccia, certo è che Drake è uno il cui nome finisce sempre su pezzi che vendono i milioni di milioni. Al 2016 ha totalizzato vendite milionarie (43,5 milioni di pezzi) ed è il quinto rapper più ricco al mondo.
Artisticamente ha collaborato veramente con chiunque (ne cito una cinquina per dovere di cronaca: Jay-Z, Nicki Minaj, Rihanna, Lil Wayne e Kendrick Lamar) e una settimana sì e una no è in vetta alla classifica. Diciamocelo, "Work" di Rihanna (l'unico pezzo di "Anti" abbastanza commerciale da poter puntare in alto) senza di lui forse non avrebbe mai centrato la prima posizione.
L'ultimo suo singolo è un altro sfacelo assoluto: "One Dance" è fuori da inizio aprile e ancora oggi - dopo mazzi di dischi d'oro e di platino - passa tantissimo in radio ed è primo in praticamente tutte le charts di streaming. Qual'è il segreto del suo successo? Vallo a sapere, ma veramente.
Solitamente il rapper canadese da il meglio di sé con pezzi dal beat leggero e dai bpm poco sostenuti, lì veramente è in grado di spadroneggiare con lime lasse al limite del parlato spesso e volentieri condite con pesanti effetti vocali. Secondo molti, poi, non canterebbe né farebbe un vero e proprio rap.
Un anonimato misterioso che dall'arte si trasla sul personaggio: dal look spesso discutibile fra maglioni un po' così e un'impressionante arsenale di training da brivido. Nei video poi riesce sempre a essere quantomeno imbarazzante. Sarà quindi questo suo essere fuori dal coro (sic) a conquistare le masse? Vallo a sapere, nel frattempo però gli artisti (e le artiste) si azzuffano per avere un suo featuring. In fin dei conti al cuore (e al portafoglio) non si comanda.
Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!