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CANTONE«L'e-commerce è il futuro, ma solo se fa un passo indietro»

07.11.17 - 07:00
La provocazione e la proposta della Boutique del regalo di Capriasca, che prova a recuperare il contatto umano di norma negato nel mondo virtuale.
«L'e-commerce è il futuro, ma solo se fa un passo indietro»
La provocazione e la proposta della Boutique del regalo di Capriasca, che prova a recuperare il contatto umano di norma negato nel mondo virtuale.

CAPRIASCA - Che l'e-commerce sia il futuro, è lei per prima a dirlo. Anzi: è da qui che la sua storia è cominciata. «Ero in un negozio, d'un tratto il proprietario mi disse: "Chiudo, basta. Vendo più online che qui"». Così Luana Beeli ha aperto la Boutique del regalo. «Ho deciso di provarci anch'io». Niente indirizzi, niente vetrine, se non quelli del web: una piattaforma dove radunare e offrire «oggettistica originale, selezionata con continua ricerca di designer, artisti, piccole realtà che meritano di essere sostenute».

«Troppa impersonalità in giro» - Però. Però lo shopping virtuale è forse il top per chi vende, ma non per chi compra, al di là del prezzo. Addio contatto umano, consigli personalizzati, scambio d'opinioni e considerazioni; opportunità di guardare da vicino, magari addirittura toccare con mano, immediatezza dell'acquisto. «In giro c'è troppa impersonalità», sintetizza implacabile Luana, che per aggirare l'inconveniente s'è inventata la sua soluzione.

E facciamoci pure due chiacchiere - Una soluzione ibrida, dove il commercio via internet si tiene stretto il buono di quello che soppianta. «Non c'è un negozio da visitare, però mi si può contattare, sempre e ovunque. Non con un formulario e una risposta via mail, ma con il telefono. Sono qui, pronta a sciogliere dubbi, offrire consulenze, organizzare la consegna a domicilio nei modi e nei tempi che servono, fare due chiacchiere. Mi piace. E piace tanto».

Vado a scovarli e ve li porto tutti qui - Insomma, «credo che questo canale sia molto importante per contrastare un pochino la concorrenza dei vari colossi. Voglio offrire un ponte tra un'azienda online e la boutique fisica, per soddisfare al meglio le nuove esigenze della clientela». Inaugurata alla fine di dicembre scorso dopo un anno di preparativi, l'iniziativa ha riscosso il favore di un pubblico che sulla piattaforma ha navigato in cerca di idee per i doni di compleanno, anniversario, Natale. Ecco la seconda novità della Boutique, che fa il lavoro sporco conto terzi. «Non è più necessario passare da un sito all'altro per vedere, confrontare, trovare qualcosa di diverso. Faccio tutto io. E porto tutto qui».

Oggetti di nicchia per «aiutare i piccoli» - In uno spazio che è un punto di raccolta: «Di tutto ciò che è inconsueto, ma che ha stile, e soprattutto proviene da piccole realtà. Giocattoli, gioielli e bijoux, accessori per la cucina e la tavola, decorazioni, arredamento, ombrelli, regali divertenti, cuscini, coperte, agende, lampade... la lista è lunga. L'idea è anche quella di sostenere le piccole aziende, che magari lavorano in modo ecologico, nel rispetto dell'ambiente e degli altri. Ci sono anche artisti che producono localmente. Sì, poi si trovano anche le grandi marche. Ma la nicchia è il mio punto di forza. Come li scovo? Fiere, soprattutto. O su richiesta: se qualcuno ha in testa qualcosa di particolare, basta che me lo dica. Vado a cercarla».

Più umanità nel futuro dell'online - "Basta che me lo dica": eccola, la nuova frontiera dell'e-commerce secondo Luana Beeli da Capriasca, che sè reinventata dopo «trent'anni nel settore della vendita» e ha reinventato anche l'approccio al mondo dell'online. «L'online è il futuro, non c'è da discutere. E basta a se stesso. Eppure ho in mente di aprire un piccolo spazio espositivo, dove venire a vedere di persona qualcosa che si è visto sul sito. Uno spazio fisico, a coté del virtuale, per mantenere i rapporti umani, che ritengo imprescindibili in questo settore. Quando mi chiamano, cerco di entrare nelle storie personali, di intuire gusti ed esigenze, di capire che cos'è la cosa giusta». Più facile con le donne, che si assumono scelte e responsabilità; più difficile con gli uomini, che tendono a commissionarle decisione. «Ma alla fine sono contentissimi». 

L'ultima trovata: i regali aziendali - E poi ci sono le aziende. Dopo quasi un anno di lavoro, è già tempo di escogitare modelli inconsueti di appeal. «Al momento non ho ancora attivato una sezione specifica di "doni aziendali", ma è in programma. Per ora sono io che vado a propormi. E devo dire che anche qui il riscontro è positivo. Perché fermarsi a regali banali, sempre uguali? Perché non lanciarsi in qualcosa che spariglia le carte, magari di personalizzato a seconda del destinatario?». 

 

 

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