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SVIZZERA Jordan sulle sue dimissioni dalla BNS: «Era giunto il momento»

01.03.24 - 15:46
Il 61enne di Zurigo ha dato la notizia venerdì mattina, sorprendendo tutti.
keystone-sda.ch (ENNIO LEANZA)
Fonte Ats ans
Jordan sulle sue dimissioni dalla BNS: «Era giunto il momento»
Il 61enne di Zurigo ha dato la notizia venerdì mattina, sorprendendo tutti.

ZURIGO - «È il momento giusto per lasciare l'incarico»: lo ha detto il presidente della direzione generale della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan, che stamani ha sorpreso non pochi operatori annunciando la sua partenza per la fine di settembre.

In una conferenza stampa svoltasi nel pomeriggio alla sede dell'istituto a Zurigo il 61enne, apparso visibilmente rilassato, ha sottolineato come le dimissioni non siano dovute a problemi di salute. Né vi è alcun legame con il rapporto della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla crisi di Credit Suisse (CS), atteso per la fine dell'anno.

Jordan ha detto che da tempo stava valutando il periodo più consono per ritirarsi. Con il successo del ripristino della stabilità dei prezzi e della stabilità finanziaria il momento è diventato propizio, ha aggiunto.

L'economista ha riassunto il suo mandato di 12 anni - era entrato in funzione nell'aprile 2012 - affermando che non c'è mai stato un periodo di calma. «A una crisi ne è seguita un'altra». Guardando al passato, tuttavia, non c'è nulla che rimpianga, ha detto in risposta a una specifica domanda. Durante le turbolenze legale a CS, ad esempio, a suo avviso la BNS è riuscita a prevenire una crisi finanziaria collaborando con il Consiglio federale e con la Finma, l'autorità di vigilanza dei mercati finanziari.

Jordan ha taciuto sulla questione del suo successore, affermando che non rientra nelle sue competenze esprimersi in merito, ha assicurato che completerà il mandato con pieno impegno e ha dichiarato di non avere piani per il periodo successivo alla BNS.

Le reazioni della politica - L'UDC ha reagito con rammarico alle dimissioni del presidente della Banca nazionale svizzera (BNS) Thomas Jordan, affermando che egli «godeva di una fiducia quasi cieca». Il PS ha criticato la «monarchia ereditaria» che caratterizza la BNS e propone di nominare una donna. Dal canto suo il Consiglio federale ha tenuto a ringraziare Jordan.

Il Governo desidera ringraziare Jordan per «l'impegno profuso in questi anni», ha dichiarato oggi a Berna il portavoce del Consiglio federale André Simonazzi. L'esecutivo deciderà a tempo debito sul successore, "come sempre" sulla base di una proposta presentata dal Consiglio di banca della BNS.

Per quanto concerne le reazioni dei partiti all'annuncio odierno, l'UDC auspica che il successore abbia una personalità simile a quella di Jordan, ha detto il capogruppo Thomas Aeschi rispondendo all'agenzia Keystone-ATS. Il consigliere nazionale di Zugo e presidente della Commissione dell'economia e dei tributi del Consiglio nazionale ha dichiarato: Jordan «è stato il garante della stabilità della BNS».

PS - Dal canto suo il PS ha chiesto la fine della «monarchia ereditaria» in seno alla BNS, sostenendo che Jordan ha nominato più o meno da solo il suo successore Martin Schlegel e quest'ultimo - attuale vicepresidente - riceverà probabilmente l'incarico. Secondo il partito è tempo di avere una donna al timone e di dotare la BNS di una Direzione generale allargata.

Il partito auspica che il successore riporti l'istituto centrale elvetico a procedere alle distribuzioni degli utili in conformità con quanto prescritto dalla Costituzione. Essa assegna infatti alla BNS due compiti chiari: perseguire una politica monetaria nell'interesse del Paese nel suo complesso e distribuire i due terzi dei suoi utili ai Cantoni.

Dalla fine del regime dei tassi d'interesse negativi, tuttavia, l'istituto ha trasferito oltre otto miliardi di franchi di interessi alle banche, mentre la Confederazione e i Cantoni sono rimasti a mani vuote a causa della «contabilità arbitraria» della BNS, scrive il PS in una nota.

Verdi liberali - Secondo i Verdi liberali, Jordan ha svolto un lavoro solido: l'economista ha mostrato di avere una mano ferma in tempi turbolenti, garantendo la stabilità dei prezzi. Il partito si aspetta lo stesso atteggiamento dal prossimo presidente, che dovrà tenere maggiormente conto dei rischi climatici nella strategia di investimento. Anche la questione della crisi di Credit Suisse (CS) va affrontata e approfondita, secondo il PVL.

Per Economisuisse, Jordan è stato più o meno in grado di garantire la stabilità dei prezzi: la BNS è riuscita a navigare con prudenza in acque difficili. Jordan ha respinto con decisione le richieste di porre l'istituto centrale sotto il controllo politico, e lo stesso dovrà fare anche il suo successore.

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COMMENTI
 

Eneri 1 mese fa su tio
Ha fatto solo danni e lui non ci rimette niente: pagherà il popolino!
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