L'attuale «fase critica» rende difficile fare previsioni, spiega l'istituto
WASHINGTON - L'economia mondiale è in una «fase critica» con l'incertezza che ne mette alla prova la resilienza. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) rivedendo al ribasso le stime di crescita globali in seguito ai dazi. Il mondo rallenterà e dopo il +3,3% del 2024, quest'anno crescerà del 2,8%, ovvero 0,5 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di gennaio. Nel 2026 la crescita è stata ritoccata al ribasso di 0,3 punti al 3,0%.
I rischi al ribasso dominano l'outlook: una escalation della guerra commerciale e una più elevata incertezza potrebbero ridurre ancora la crescita, mette in evidenza il Fmi.
L'escalation delle tensioni commerciali rende «più difficile» del solito effettuare previsioni e per questo - afferma il Fmi - l'istituto di Washington ha delineato diversi scenari. Il primo è quello di riferimento e si basa sulle misure annunciate al 4 aprile. Il secondo è relativo alle stime "pre 2 aprile", il giorno dell'annuncio dei dazi reciproci e il terzo riguarda invece lo scenario post 9 aprile.
Nelle previsioni "pre 2 aprile" la crescita mondiale sarebbe del 3,2% per il 2025 e per il 2026, rivista al ribasso di 0,1 punti percentuali per tutti e due gli anni rispetto alle stime di gennaio. Nello scenario "post 9 aprile" la crescita è stimata al 2,8% nel 2025 e al 2,9% nel 2026, simile quindi alle previsioni di riferimento anche se la composizione varia fra i paesi.
Per le economie avanzate il Fmi prevede un'accelerazione dell'inflazione, con le stime riviste al rialzo di 0,4 punti percentuali. Per il Regno Unito la revisione al rialzo è di 0,7 punti mentre per gli Stati Uniti di un punto percentuale.