Breivik in tribunale fa il saluto di estrema destra

Un saluto, spiega Breivik nel suo manifesto, che rappresenta "la forza, l'onore e la sfida ai tiranni marxisti d'Europa"
Un saluto, spiega Breivik nel suo manifesto, che rappresenta "la forza, l'onore e la sfida ai tiranni marxisti d'Europa"
OSLO - Liberato dalle manette, al suo ingresso nel tribunale di Oslo per affrontare il processo come autore delle stragi di Oslo e Utoya costate la vita a 77 persone, Anders Behring Breivik ha salutato le famiglie delle vittime con il braccio teso ed il pugno serrato. Un saluto, spiega Breivik nel suo manifesto, che rappresenta "la forza, l'onore e la sfida ai tiranni marxisti d'Europa".
Anders Behring Breivik è entrato nell'aula maggiore del tribunale di Oslo per affrontare il processo come autore delle stragi del 22 luglio scorso a Oslo e Utoya in cui uccise 77 persone, fece centinaia di feriti, cancellò una generazione di giovani laburisti e spezzò le certezze del paese che credeva nella libertà e nella tolleranza. Per preparare il terreno, Breivik ha fatto sapere a Dagbladet, uno dei tre principali quotidiani del paese, che nel 2009 voleva colpire con un attentato il presidente degli Stati Uniti Brack Obama che andava ad Oslo per ricevere il Nobel per la pace.
Rinunciò solo perchè lo giudicò, nella sua lucida follia, obiettivo troppo difficile da raggiungere. Più facile, due anni dopo, uccidere tanti adolescenti a sangue freddo. Il furgone-bomba che con 500 chili di esplosivo artigianale devastò il centro di Oslo, distraendo la polizia mentre l'assassino attaccava l'isola di Utoya, Breivik lo piazzò sotto il palazzo del governo, a poche centinaia di metri dalla sede del tribunale che già in mattinata è stata presa d'assalto da oltre 800 giornalisti accreditati da tutto il mondo.
"Non riconosco i tribunali norvegesi. Avete ricevuto il vostro mandato da partiti politici che sostengono il multiculturalismo": così si è espresso Breivik davanti al tribunale che lo processa. "Riconosco i fatti ma non mi riconosco colpevole" dal punto di vista penale, ha poi proseguito.
"Sono uno scrittore", ha detto oggi presentandosi in aula. Liberato dalle manette, Breivik ha sorriso e poi salutato le famiglie delle vittime con il braccio teso ed il pugno serrato. Un saluto, spiega Breivik nel suo manifesto, che rappresenta "la forza, l'onore e la sfida ai tiranni marxisti d'Europa".
Il tribunale è assiepato dai sopravvissuti alle stragi, dai familiari delle vittime, dai giornalisti, tanto che la diretta del procedimento viene trasmessa sui monitor a circuito chiuso e in altre 17 procure del Paese.
"L'ultima volta che l'ho visto dal vivo stava sparando ai miei amici", ha detto Vegard Groeslie Wennesland, 28 anni, sopravvissuto alle stragi.
Il compito principale della giuria, Breivik è reo confesso, è quello di decidere tra due perizie psichiatriche: la prima aveva stabilito che l'estremista di destra era incapace di intendere e volere, e se sarà confermata spalancherà le porte del manicomio criminale al killer. La seconda, presentata pochi giorni fa, non ha invece trovato prove di psicosi: in questo caso Breivik rischia la pena massima di 21 anni, che potrebbe essere prolungata indefinitamente in caso i giudici decidano che vi è la possibilità di una reiterazione del reato.
ATS








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