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GUERRA IN UCRAINA

«Credo che sia per la pace del nostro tempo»

Tra la rabbia e la preoccupazione, le voci degli ucraini. C'è chi teme che l'accordo sia solo un preludio verso nuove azioni di guerra
Imago
Fonte Ats Ans
«Credo che sia per la pace del nostro tempo»
Tra la rabbia e la preoccupazione, le voci degli ucraini. C'è chi teme che l'accordo sia solo un preludio verso nuove azioni di guerra

KYIV - Nel giorno in cui ricordano le vittime dell'Holodomor, la carestia causata dai sovietici che nel 1932-33 uccise 7 milioni di persone, gli ucraini devono ancora una volta fare i conti con lo stesso nemico e con un piano di pace indigesto, da molti vissuto come "una capitolazione". C'è rabbia, ma anche paura e rassegnazione, a Kyiv come lungo il fronte.

Rabbia, ma anche paura - Gli abitanti della capitale si preparano a un inverno duro. La città è al buio e al freddo. L'infrastruttura energetica è da mesi sotto attacco. Ukrenergo impone interruzioni di corrente a rotazione. La gente si arrangia come può. Volodymyr, 66 anni, e la moglie Tetiana, 64, si svegliano di notte per farsi la doccia, lavare i panni e ricaricare le batterie. «Sono tornato alle lampade a cherosene» racconta lui all'Afp. Tetiana aggiunge: «Mio marito dice di non essere preoccupato, ma io sì».

La gente è stanca, e la fine del conflitto sarebbe un sollievo. Ma il piano di pace è indigesto. Attivisti, legislatori, soldati e veterani ucraini - intervistati dal Kyev Independent - avvertono che rafforzerà la posizione russa, portando nuovi conflitti, in prima linea, in Ucraina, e in Europa. Per Volodymyr Ariev, deputato del partito d'opposizione Solidarietà Europea, sembra «un piano di capitolazione e tradimento». Se Zelensky lo accettasse, per Ariev una parte della società lo rifiuterebbe. Per un alto diplomatico ucraino, che preferisce l'anonimato. «È solo una pausa prima della prossima fase della guerra».

Un accordo che ricorda quello del settembre 1938 - Il veterano e attivista Liubomyr Dmytryshyn traccia un parallelo con gli accordi di Minsk del 2014, che congelarono la guerra nell'Ucraina orientale, ma «alla fine si sono trasformati in un disastro ancora più grande». Per Bohdan Krotevych, ex comandante della Brigata Azov, la riduzione dell'esercito ucraino è una «capitolazione». Più vicino al fronte gli animi sono ancor più cupi. Katia, proprietaria di un bar a Kramatorsk, dice ai microfoni dell'emittente Rai News 24 che se ne andrà se l'Ucraina cederà il Donbass alla Russia, e con lei il resto della popolazione della città.

Certo i margini per Zelensky sono stretti. Sui social, nei commenti in ucraino, corre lo scontento. «Gli Stati Uniti hanno preso dalla Russia le condizioni per la resa e l'occupazione dell'Ucraina e hanno aggiunto i loro punti sul saccheggio dell'Ucraina» scrive su X "BubaNotADamnChance". Più drammatico "SaFaiR", secondo cui la situazione di oggi è simile al settembre 1938, quando il primo ministro britannico Neville Chamberlain alla Conferenza di Monaco acconsentì alla Germania di annettere i Sudeti in cambio di una promessa di Hitler di non avanzare altre richieste territoriali in Europa. «Ironia della sorte, poi disse quasi quello che Trump dice ora: "Credo che sia la pace per il nostro tempo"».

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