Trump all'Iran: «È ultimatum definitivo»; Khamenei: «Danni irreparabili se attaccati». La mega bomba GBU-57


Trump insiste, l'Iran deve arrendersi senza condizioni. Khamenei: «L'Iran non si arrenderà, intervento militare Usa causerebbe danni irreparabili».
Trump insiste, l'Iran deve arrendersi senza condizioni. Khamenei: «L'Iran non si arrenderà, intervento militare Usa causerebbe danni irreparabili».
TEHERAN/WASHINGTON - Donald Trump, oggi alla Casa Bianca, ha ribadito che dall'Iran vuole una «resa incondizionata». «Non deve avere l'arma nucleare, deve rinunciarvi», ha insistito il presidente americano. «Attaccare i siti nucleari iraniani? Certo non lo dirò a voi», ha aggiunto rispondendo ai giornalisti, precisando che Teheran si trova «in guai grossi e vuole negoziare».
«Ultimatum definitivo» - «Gli iraniani hanno suggerito di venire alla Casa Bianca a negoziare - ha aggiunto il Presidente -. Io non posso andare lì con tutto quello che sta succedendo». Ha anche ammesso di aver offerto a Teheran «l'ultimatum definitivo».
Quanto invece alla possibile mediazione russa di cui si discute in questi giorni, il tycoon ha detto: «Ho sentito Vladimir Putin ieri, si è offerto di mediare» in Medio Oriente. «Gli ho detto fammi un favore, mediamo con la Russia prima». Poi l'ennesima uscita sulla guerra in Ucraina, e cioè che se fosse stato lui presidente, non sarebbe mai iniziata.
Trump ha anche detto di parlare con Netanyahu «ogni giorno», dicendogli di «andare avanti». Ma non solo, «gli iraniani hanno suggerito di venire alla Casa Bianca a negoziare - ha dichiarato ai giornalisti -. Io non posso andare lì con tutto quello che sta succedendo».
Terza portaerei Usa in Medio Oriente - In tutto questo, portaerei americana USS Ford Carrier Strike Group verrà dispiegata in Medio Oriente la prossima settimana portando così a tre il numero di navi da guerra Usa nell'area. Lo riferiscono due funzionari alla Cnn.
Il discorso di Ali Khamenei - «Gli americani dovrebbero sapere che la nazione iraniana non si arrenderà e che qualsiasi intervento militare da parte loro causerà senza dubbio danni irreparabili». Lo ha affermato la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, durante un discorso trasmesso oggi dalla tv di Stato. L'ultimatum lanciato dal presidente Usa, Donald Trump, per una resa incondizionata dell'Iran è «inaccettabile».
Quanto invece alle parole di Trump secondo cui Teheran avrebbe contattato Washington chiedendo un incontro alla Casa Bianca, la Guida suprema ha detto: «Nessun funzionario iraniano ha mai chiesto di strisciare ai cancelli della Casa Bianca».
E ancora, «l'Iran non negozia sotto costrizione, non accetterà la pace sotto costrizione, e certamente non con un guerrafondaio». L'Iran «risponderà a qualsiasi minaccia con una contro-minaccia e a qualsiasi azione con misure di reciprocità».
Successivamente, questo pomeriggio, un'enorme colonna di fumo bianco è stata avvistata nel sud-est di Teheran, dopo una nuova serie di potenti esplosioni.
La bomba da oltre 12 tonnellate - Infine, sempre oggi (mercoledì) si apprende che foto satellitari della base di Diego Garcia, in territorio britannico nell'Oceano Indiano, mostrano quattro bombardieri B-2, in grado di trasportare un carico di 18 tonnellate e volare senza rifornimento fino a 11.000 chilometri.
Si tratta degli unici velivoli dell'esercito Usa previsti per il trasporto della gigantesca bomba Mop (abbreviazione di Massive Ordnance Penetrator), nota anche con il nome in codice GBU-57, una bomba da 12,3 tonnellate sviluppata proprio per colpire gli impianti nucleari sotterranei di Fordow, in Iran. Lo riferisce Ynet in un servizio basato anche su fonti di intelligence e foto satellitari.
Colpita la più grande piattaforma cripto iraniana - Corre anche sul web la guerra tra Israele e Iran. E dopo le banche, è il turno delle criptovalute. Un nuovo cyber attacco ha colpito Nobitex, la più importante piattaforma di scambio di criptovalute in Iran. A rivendicarlo, su X, è il gruppo di hacker filo israeliani noti come Predatory Sparrow. Pronti a pubblicare, nelle prossime ore, il codice sorgente di Nobitex e altre informazioni interne della Borsa. All'annuncio del gruppo segue la minaccia, più che mai esplicita a chi dispone di quelle valute: «Tutti i beni lasciati lì, dopo saranno a rischio», scrivono su X.
I pirati informatici sono gli stessi che 24 ore fa avevano attaccato Bank Sepah, storico istituto di credito pubblico di Teheran, mandando in tilt ogni operazione. Nobitex conferma la violazione ma limita gli effetti a una parte degli asset. E assicura che, una volta accertati, risarcirà i danni. Secondo le prime stime, il blitz avrebbe provocato un "buco" di decine di milioni di dollari. Fino alle ipotesi più fosche di un furto di 90 milioni di dollari. Riguardo alla banca Sepah, la "colpa" sta nei presunti legami dell'istituto con i Guardiani della rivoluzione islamica. In sostanza, userebbe i soldi dei risparmiatori della più grande banca del Paese per finanziare il programma di missili balistici e quello nucleare.
Più o meno le stesse accuse attribuite a Nobitex: finanzierebbe il terrorismo e, grazie agli scambi di criptovalute, riuscirebbe ad aggirare le sanzioni internazionali. Senza nasconderlo. Anzi, «lo dichiara esplicitamente sul suo sito web», è l'ulteriore affondo. Da qui la sfida degli hacker. Che a sostegno del nuovo attacco, ricordano che per la repubblica islamica lavorare alla Nobitex equivale a fare il servizio militare obbligatorio. Insomma, il legame sarebbe così stretto e strategico che Nobitex è considerata un'alternativa alla leva.