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MYANMAR

Oltre 2700 morti. Donna salva dopo 91 ore sotto le macerie

Nella regione colpita dal sisma non c'è più cibo a disposizione della popolazione
AFP
Fonte ATS
Oltre 2700 morti. Donna salva dopo 91 ore sotto le macerie
Nella regione colpita dal sisma non c'è più cibo a disposizione della popolazione

MANDALAY - Una donna è stata tratta oggi in salvo in Myanmar dopo aver trascorso 91 ore sotto le macerie di un edificio raso al suolo dal terremoto che ha colpito il Paese venerdì scorso: lo hanno reso noto i Vigili del Fuoco.

Il bilancio - Il bilancio delle vittime. Intanto il bilancio delle vittime ha raggiunto quota 2'719 e si prevede che salirà a più di 3'000. Lo ha detto oggi il leader militare del Paese, Min Aung Hlaing, in un discorso televisivo, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Reuters sul suo sito. Il generale ha aggiunto che 4'521 persone sono rimaste ferite e 441 sono disperse.

Non c'è più cibo - Intanto continuano ad arrivare le testimonianze di chi sta cercando di portare soccorso alle popolazioni colpite, come quella del direttore di "Future Youth Development Organisation" (Flydo), una delle associazioni giovanili parte della rete di ActionAid.

«Non c'è cibo disponibile, nemmeno cibo secco a lunga conversazione, né negozi di alimentari aperti. Nella città di Sagaing circa l'80% degli edifici sono crollati, nonostante fossero fatti di cemento. La gente è semplicemente seduta davanti alle propria casa danneggiata, senza un riparo adeguato, all'aperto» ha riferito Aung Min Naing.

Aung si trovava a Mandalay quando il sisma ha colpito: «Ho visto della polvere rossa e degli edifici crollati intorno a me - ha raccontato, secondo un comunicato stampa -. Io e le altre persone non sapevamo che l'intera città, la città di Sagaing, e una parte enorme di Mandalay stava crollando».

«Crisi senza precedenti» - ActionAid parla di una «una crisi umanitaria senza precedenti» nel Paese. «Migliaia di vite sono state perse, le case distrutte e molte comunità rimangono tagliate fuori da ogni soccorso» spiega Jagat Patnaik, responsabile per l'Asia di ActionAid. «La gente è fuggita senza niente, senza riparo. In mezzo alla devastazione, le donne e le ragazze sopportano il fardello più pesante. Costrette in rifugi sovraffollati con poca privacy o sostegno, molte sono rimaste le sole a prendersi cura delle loro famiglie così come di sé stesse. Tragicamente, in alcuni villaggi, sono le uniche rimaste vive, dopo il crollo delle moschee durante le preghiere del venerdì, che ha causato molte vittime... Il tempo utile è ancora poco per le squadre di ricerca e soccorso per localizzare i sopravvissuti, potrebbe essere troppo tardi».

Gli aiuti stanno entrando nel Paese attraverso il confine India-Myanmar e vengono poi diretti verso Sagaing e le altre regioni colpite, riferisce ActionAid. Tuttavia, con un processo di consegna che dovrebbe durare circa cinque giorni e strade danneggiate o completamente distrutte, il ritmo è troppo lento per soddisfare le esigenze urgenti e immediate sul terreno.

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