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ISRAELE / HAMAS

«Una nuova tregua? Potrebbe volerci un mese»

Per raggiungere l'obiettivo, stimano gli israeliani, le operazioni militari dovranno proseguire sia nel nord che nel sud della Striscia
keystone-sda.ch / STF (MOHAMMED SABER)
Fonte ats
«Una nuova tregua? Potrebbe volerci un mese»
Per raggiungere l'obiettivo, stimano gli israeliani, le operazioni militari dovranno proseguire sia nel nord che nel sud della Striscia
GAZA - Ufficiali della sicurezza israeliana ritengono che potrebbe volerci fino a un mese prima che venga esercitata una pressione militare sufficiente su Hamas affinché si apra una nuova finestra per una tregua e il rilascio di altri ostaggi prigio...

GAZA - Ufficiali della sicurezza israeliana ritengono che potrebbe volerci fino a un mese prima che venga esercitata una pressione militare sufficiente su Hamas affinché si apra una nuova finestra per una tregua e il rilascio di altri ostaggi prigionieri a Gaza. Lo ha riferito la Radio Militare.

Secondo le stesse fonti, per raggiungere questo obiettivo le operazioni militari dovranno continuare sia nel nord sia nel sud della Striscia. Si ritiene che a Gaza ci siano ancora 138 ostaggi nelle mani di Hamas e delle altre fazioni palestinesi.

Intanto, l'esercito israeliano ha circondato da ieri la casa del leader di Hamas, Yahya Sinwar, a Khan Yunis (Gaza): lo riporta Haaretz, che cita il canale saudita Al-Arabiya Channel.

Dal canto suo, Save the Children - l'Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro - ha lanciato un allarme. Il disastro umanitario di Gaza, in cui oltre un milione di bambine e bambini rischiano di essere uccisi, è aggravato anche dalle conseguenze della crisi climatica.

Prima dell'escalation di violenza del 7 ottobre, i 16 anni di blocco terrestre, marittimo e aereo imposto dal governo di Israele - afferma Save the Children - avevano già accelerato il declino ambientale di Gaza e aggravato la disparità di accesso alle risorse naturali, rendendo la popolazione particolarmente vulnerabile agli impatti dell'attuale crisi. In particolare, la carenza di acqua potabile a Gaza, è ora un problema critico per l'intera popolazione di 2,3 milioni di persone.

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