Mistero sulla morte di Devonte Hart: incidente o atto intenzionale?

Il Suv sul quale viaggiavano gli otto membri della famiglia avrebbe accelerato di proposito fino alla scogliera dalla quale è precipitato la scorsa settimana
LOS ANGELES - Devonte Hart, giovane simbolo delle proteste afroamericane contro la violenza dei poliziotti bianchi, potrebbe non essere morto in seguito a un incidente stradale.
Lo pensa la polizia californiana a una settimana dalla tragedia del 26 marzo. Il Suv sul quale viaggiavano gli otto componenti della famiglia Hart - le due madri Jennifer Jean (che era alla guida) e Sarah Margaret Hart, entrambe 38enni, e i sei figli di età compresa tra i 19 e i 12 anni - è precipitato da una scogliera nelle vicinanze di Westport, in California, in un punto privo di guardrail.
Il corpo di Devonte e di due sorelle non sono stati ancora ritrovati ma le autorità escludono che possano essere sopravvissuti. Sono stati rinvenuti invece i cadaveri delle due donne e degli altri tre figli.
La polizia, che in un primo momento credeva di aver a che fare con un incidente stradale, ora ritiene che possa trattarsi di un atto intenzionale. In base ai dati preliminari dell'inchiesta il Suv degli Hart si è fermato in una piazzola di sosta al margine della scogliera, poi c'è stata una rapida accelerazione e quindi il veicolo è precipitato nel vuoto. L'automobile procedeva a 90 miglia all'ora (144 km/h) e il motore è rimasto in funzione durante la caduta, terminata 30 metri più in basso, nelle acque dell'Oceano Pacifico.
A casa della famiglia Hart non sono stati trovati messaggi che possano far pensare a un suicidio. «Non possiamo dire con certezza quale crimine è stato commesso. Non penso che siamo nella posizione di poterlo dire a questo punto» ha spiegato un portavoce degli investigatori.
Resta da capire cosa li abbia indotti a lasciare la loro abitazione a svariate centinaia di chilometri di distanza, nello stato di Washington. Pare che qualche giorno prima del dramma i servizi sociali avessero avviato un'indagine a carico delle 38enni con l'ipotesi di reato di negligenza e abusi. «Non abbiamo fatto alcuna scoperta nel corso dell'indagine e non avevamo precedenti denunce contro questa famiglia» hanno fatto sapere.




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