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Bangladesh: fabbrica tessile in fiamme, almeno 10 morti

Bangladesh: fabbrica tessile in fiamme, almeno 10 morti
DACCA - È ancora strage nelle fabbriche del Bangladesh dove tanti operai lavorano spesso in pessime condizioni di sicurezza e di legalità: un incendio scoppiato oggi pomeriggio nel reparto maglieria di uno stabilimento nel ce...
DACCA - È ancora strage nelle fabbriche del Bangladesh dove tanti operai lavorano spesso in pessime condizioni di sicurezza e di legalità: un incendio scoppiato oggi pomeriggio nel reparto maglieria di uno stabilimento nel centro del paese ha provocato almeno 10 vittime e 50 feriti. Un bilancio solo provvisorio, dal momento che le squadre dei vigili del fuoco sono ancora al lavoro per cercare di domare le fiamme.

L'incendio richiama alla memoria la tragedia di soli pochi mesi fa quando - era aprile - nel polo di Savar oltre 1.100 lavoratori hanno perso la vita nel crollo del Rana Plaza, il palazzo di otto piani dove, nonostante i segni di cedimento strutturale segnalati il giorno precedente, manager senza scrupoli avevano obbligato gli operai ad andare al lavoro.

Oggi intorno alle 18.00 locali (le 14.00 in Svizzera) le fiamme sono divampate nel settore maglieria di una fabbrica degli Aswad Composite Mills, del gruppo Pall Mall, riferiscono i media locali. Scoppiato al primo piano dello stabilimento, nella zona di Beraida Chala nel distretto di Gazipur, l'incendio si è rapidamente esteso ai piani superiori, provocando fra l'altro l'esplosione di un boiler. Le fiamme - secondo alcune fonti - potrebbero essere state alimentate anche dalla presenza di prodotti chimici stoccati in un magazzino.

Solo nell'ultimo anno, dallo scorso novembre, si sono ripetuti una serie di incidenti, incendi e crolli in fabbriche di abbigliamento in diverse zone del Bangladesh che hanno causato moltissime centinaia di vittime. Dopo le tante tragedie - il crollo del Rana Plaza tra tutte - gli operai hanno chiesto un netto aumento del salario da 3'000 taka (circa 35 franchi) a 8'114 (circa 100 dollari o 95 franchi), organizzando manifestazioni e proteste spesso sfociate in violenti scontri con le forze di sicurezza, mentre l'Associazione dei produttori e esportatori di abbigliamento (Bgmea) ha sempre respinto la richiesta. Adducendo la potenziale perdita di competitività per il paese asiatico che ha il costo della mano d'opera più basso del mondo.

Il Bangladesh è il secondo esportatore mondiale di abbigliamento con un giro d'affari annuo di 20 miliardi di dollari. Negli ultimi anni il tessile è diventato una voce basilare dell'economia perché rappresenta l'80% dell'export e impiega milioni di addetti, in maggioranza giovani donne provenienti dalle campagne.

ATS
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