«Sembra la fine del mondo»

Una donna svizzera rimasta bloccata in Giamaica racconta l'arrivo dell'uragano Melissa sull'isola caraibica.
KINGSTON - J. S. e suo padre A.S. avrebbero dovuto rientrare in Svizzera lunedì, ma l'uragano Melissa ha scombussolato i loro piani. «Inizialmente - racconta la 29enne a 20 minutes - c'è stato un errore durante la modifica della prenotazione con Delta Airlines. Poi quando abbiamo cercato di trovare un altro volo, tutto era già pieno». Padre e figlia non hanno quindi avuto altra scelta che aspettare la fine della tempesta nel loro albergo nei pressi di Montego Bay, città balneare situata sulla costa nord della Giamaica.
Albergo che aveva «ufficialmente» informato dell'imminente arrivo dell'uragano di categoria 5 (nel frattempo "declassato" a categoria 3). «Ma noi avevamo già parlato con gli abitanti e ci eravamo informati da soli», racconta la 29enne. I servizi meteorologici e i media locali sono stati di grande aiuto in questo senso.
«Gli abitanti probabilmente perderanno tutto»
J. S. e suo padre hanno cercato di preparasi in qualche modo alla tempesta. «Abbiamo comprato delle patatine, delle barrette ai cereali e abbastanza da bere per tre giorni. Fortunatamente per ora l'elettricità e il collegamento a internet funzionano ancora e possiamo rassicurare regolarmente la nostra famiglia in Svizzera. Insomma, nella sfortuna siamo stati fortunati».
Ma la situazione all'esterno è terribile: «È incredibile. C'è roba che vola dappertutto. Non avevo mai visto nulla di simile», ammette la 29enne, che pensa ai poveri abitanti. «Probabilmente loro perderanno tutto. Noi siamo tranquilli e protetti nel nostro complesso alberghiero, ma loro non hanno alcuna possibilità contro questo vento (le raffiche al massimo della forza hanno raggiunto i 280 km/h).
Un abitante le aveva confidato che il Governo avrebbe preparato dei rifugi d'emergenza. «Ma a parte quello l'aiuto è stato praticamente inesistente. Niente acqua. Niente cibo. Questa cosa mi rende molto triste», sottolinea la 29enne pensando alle baracche viste sulla strada tra l'aeroporto e l'hotel. «Alla fine, probabilmente non ne resterà nemmeno una in piedi. Sembra la fine del mondo».




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!