Sofia non è ancora pronta per l'euro

L'adozione della moneta europea in Bulgaria è prevista dal 1° gennaio 2026. Ma il paese, secondo un'indagine demoscopica, non è ancora pronto
SOFIA - Al momento, la società bulgara non è pronta ad adottare l'euro a partire dal primo gennaio 2026 con un chiaro sostegno pubblico. È quanto risulta da un'indagine demoscopica dell'agenzia Sova Harris, pubblicata oggi dai media locali.
Secondo i risultati dell'indagine attualmente prevalgono atteggiamenti negativi e i bulgari sono divisi in rapporto 2:1 (62% contro 32,1%) a favore del rinvio di questa importante decisione. Sulla questione dello svolgimento di un referendum sull'ingresso del paese nell'eurozona a partire dal 1° gennaio 2026, si registra un sostegno del 64,5% degli intervistati, mentre il 23,9% è contrario.
Secondo gli analisti di Sova Harris, le forme di democrazia diretta sono da tempo all'ordine del giorno in Bulgaria e aggirarle comporta conseguenze negative per la leadership al potere. Il 68,7% degli intervistati dichiara che un referendum in materia avrebbe dovuto svolgersi all'inizio del processo di adesione all'eurozona, fatto che non esclude tuttavia la necessità di indirlo nel momento attuale.
I dati mostrano chiaramente che la società bulgara al momento non solo è contraria all'introduzione prematura dell'euro, ma insiste anche per avere il diritto di partecipare direttamente alla decisione attraverso un referendum, ritengono gli analisti. Le proteste che da diversi giorni si registrano nelle grandi città della Bulgaria a sostegno dell'organizzazione di un referendum sull'adesione all'eurozona a partire dal 1° gennaio 2026 sono approvate dal 53,3% degli intervistati, mentre un altro 10,8% le sostiene a determinate condizioni. Il 22,6% dei bulgari si oppone alle proteste.
I risultati dell'inchiesta inviano un chiaro segnale ai governanti che la società bulgara non desidera una soluzione istituzionale unilaterale per l'adesione all'eurozona, conclude Sova Harris.