In attesa di sapere se parlerà con Putin, Zelensky si sente con il Papa

Il presidente ucraino ha rivelato alcuni passaggi della conversazione avuta con il Pontefice: «Abbiamo parlato dei bambini deportati in Russia. Contiamo sul Vaticano per riportarli a casa»
KIEV - Sta cercando di capire se giovedì a Istanbul sarà davvero Putin (cosa che allo stato attuale sembra molto improbabile) l'interlocutore con cui inizierà a parlare di pace in quel tavolo di trattativa propiziato da diversi leader occidentali, non ultimo il presidente turco Erdogan: ma intanto Volodymyr Zelensky un primo colloquio di peso - in questa che secondo diversi analisti potrebbe essere una settimana decisiva - l'ha avuto.
«Ho parlato con Papa Leone XIV. È stata la nostra prima conversazione, ma è stata molto calorosa e davvero sostanziosa» ha rivelato sul suo canale Telegram.
Zelensky scrive di avere ringraziato il nuovo Pontefice «per il suo sostegno all'Ucraina e a tutto il nostro popolo. Abbiamo apprezzato molto le parole di Sua Santità sulla necessità di raggiungere una pace giusta e duratura per il nostro Paese e sul rilascio dei prigionieri»
Fra i temi posti all'attenzione di Leone XIV quello «delle migliaia di bambini ucraini deportati dalla Russia. L'Ucraina conta sull'assistenza del Vaticano per riportarli a casa dalle loro famiglie» ha sottolineato nel suo post il leader ucraino.
«Ho informato dell'accordo tra l'Ucraina e i nostri partner che prevede l'inizio di un cessate il fuoco completo e incondizionato per almeno 30 giorni - ha aggiunto - e ho confermato la nostra disponibilità a ulteriori negoziati in qualsiasi formato, compresi i colloqui diretti, come abbiamo ripetutamente sottolineato. L'Ucraina vuole porre fine a questa guerra e sta facendo di tutto per farlo. Ci aspettiamo che la Russia faccia gli stessi passi».
Nel corso del colloquio telefonico, Zelensky ha anche rivolto un invito a Sua Santità «a compiere una visita apostolica in Ucraina. Tale visita porterebbe una vera speranza a tutti i credenti, a tutto il nostro popolo».
Il presidente ucraino ha fatto riferimento al fatto che «abbiamo concordato di tenerci in contatto e di programmare un incontro personale nel prossimo futuro».
Intanto, riguardo al ventilato colloquio diretto che Ucraina e Russia dovrebbero tenere nella capitale turca, un funzionario ucraino ha dichiarato che il presidente Zelensky sarà in Turchia giovedì anche se la Russia non accetterà di iniziare un cessate il fuoco nella giornata di oggi. È quanto scrive Axios.
Prevale però un sentimento di scetticismo fra i 6 big europei (i ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito) radunatisi oggi nel formato Weimer+ allargato all'Ucraina alla Lancaster House di Londra, in relazione all'apertura fatta da Vladimir Putin su trattative dirette con Volodymyr Zelensky in programma da giovedì a Istanbul con la mediazione turca.
Lo riferiscono fonti diplomatiche, precisando che l'opinione condivisa è che il presidente russo abbia fatto una mossa tattica di fronte alla maggiore attenzione mostrata dall'amministrazione Usa di Donald Trump negli ultimi giorni ai punti di vista degli alleati europei e di Zelensky sulla questione ucraina. I sei ministri hanno convenuto che fino a quando non vi saranno svolte reali andranno mantenute in vigore le sanzioni: una presa di posizione che non può non essere vista anche come un messaggio rivolto agli Stati Uniti.