Le aziende indiane sfidano il governo e lasciano la Russia

Il primo ministro Narendra Modi ha intenzione di stringere ancora più i legami commerciali con Mosca
Il primo ministro Narendra Modi ha intenzione di stringere ancora più i legami commerciali con Mosca
NEW DELHI - Alcune grandi aziende indiane hanno deciso di abbandonare la Russia. Potrebbe sembrare l'ennesimo annuncio che segue quelli delle scorse settimane, ma dietro c'è di più. L'India infatti sta vivendo una situazione decisamente particolare per quanto riguarda i legami con la Russia. Il primo ministro Narendra Modi non ha mai voluto prendere posizione in merito alla guerra scatenata in Ucraina, e non ha applicato nessuna sanzione. Il Paese ha anche deciso di astenersi sul voto per rimuovere la Russia dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.
Ma alcune grandi aziende indiane hanno deciso di andare contro corrente, annunciando di interrompere ogni affare con la Russia. Tra queste anche Tata Steel, il colosso indiano dell'acciaio, che ha annunciato di avere già messo a punto un piano: tutti i siti di produzione situati in India, Regno Unito e Paesi Bassi hanno trovato forniture alternative per porre fine alla dipendenza russa, riporta la Cnn. L'annuncio segue di pochi giorni quello di Infosys, una delle più grandi società tecnologiche indiane, che ha iniziato a trasferire le operazioni fuori dal territorio russo.
Un comportamento, quello delle big indiane, che si scontra con l'operare di New Delhi: l'India starebbe stringendo sempre più accordi commerciali con la Russia, a causa anche delle sanzioni occidentali. In particolare starebbe intensificando gli acquisti di petrolio russo. In tempi normali, l'India importa circa l'80% del petrolio totale utilizzato, e di questo solo il 2-3% proviene dalla Russia. Tuttavia a breve le cose potrebbero cambiare, soprattutto se la Russia venderà il proprio petrolio ad un prezzo molto concorrenziale.
Solo una settimana fa l'India prevedeva di aumentare di 2 miliardi di dollari (raggiungendo così i 14 miliardi) le esportazioni verso la Russia, con un'alternanza di pagamenti nelle rispettive valute, stando a Bloomberg. Non solo: il primo ministro Narendra Modi è in trattative con Mosca per liberalizzare l'accesso ad alcuni prodotti fabbricati in India, ad esempio prodotti chimici, farmaceutici e plastici, mobili per la casa, ma anche alimenti, come il riso, tè, caffè e prodotti a base di latte.
L'Europa, soprattutto attraverso l'intervento di Boris Johnson, sta cercando di attirare l'attenzione dell'India, offrendo alternative energetiche e militari (più del 50% dell'equipaggiamento militare indiano proviene da Mosca). L'intento è quello di spostare gli acquisti indiani dalla Russia all'Occidente. Domani è atteso un incontro tra il premier britannico e il primo ministro indiano Modi a New Delhi. Anche gli USA spingono l'India a schierarsi: «Il Paese deve prendere le proprie decisioni su come affrontare la guerra russa in Ucraina» ha dichiarato all'inizio della settimana il segretario di Stato americano Antony Blinken. Ma per ora l'India continua a seguire la sua strada: la decisione di alcune grandi aziende non sembra aver scalfito la posizione iniziale.





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