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Brexit: è scontro sul passaporto blu

L'azienda britannica esclusa dalla produzione a vantaggio di una franco-olandese ha fatto ricorso
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Brexit: è scontro sul passaporto blu
L'azienda britannica esclusa dalla produzione a vantaggio di una franco-olandese ha fatto ricorso
LONDRA - Degenera in un paradossale scontro legale la vicenda dei tradizionali passaporti color 'blue navy' che il governo conservatore britannico ha annunciato di voler ripristinare - al posto di quelli bordeaux, adottati senza alcun obbligo nel 198...

LONDRA - Degenera in un paradossale scontro legale la vicenda dei tradizionali passaporti color 'blue navy' che il governo conservatore britannico ha annunciato di voler ripristinare - al posto di quelli bordeaux, adottati senza alcun obbligo nel 1988 per uniformità con la maggioranza dei Paesi Ue - come simbolo di ritrovata 'indipendenza' post Brexit.

Una azienda nazionale, la De La Rue, ha infatti deciso di fare causa contro l'assegnazione di un contratto da 490 milioni di sterline per la realizzazione dei nuovi-vecchi documenti a una concorrente franco-olandese, la Gemalto.

La vicenda, svelata a marzo dai media, aveva già suscitato fiere polemiche di sapore patriottico nel Regno. Con grande imbarazzo del governo di Theresa May, stretto fra il rispetto dell'esito di una gara d'appalto da esso stesso varata e le accuse di aver penalizzato l'industria nazionale: con tanto di sollecitazioni dal gruppo Tory in parlamento - e in particolare dalla corrente più euroscettica - a ripensarci.

Finché, a mettere in piedi nel piatto non è arrivata ora la De La Rue, che chiede l'annullamento per via giudiziaria della gara accusando la Gemalto d'aver presentato la sua offerta al ministero dell'Interno britannico con un eccesso di ribasso. E di aver penalizzato scorrettamente l'alternativa britannica, più cara "ma di miglior qualità e più sicura tecnicamente".
 
 

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