Giovani adescate per strada e costrette con l'inganno a girare film hard

È una pratica molto diffusa nel paese del Sol Levante e, stando a chi difende le vittime, è impossibile perseguire legalmente gli aguzzini
TOKYO - Il loro bersaglio preferito sono le giovanissime, le abbordano per le vie di Tokyo con i complimenti e con la frase a prova di bomba: «Hai mai pensato di fare la modella?».
Così i sedicenti talent scout, ma in realtà aguzzini al servizio dell'industria a luci rosse nipponica, portano le ragazze a firmare dei contratti capestri costringendole poi a diventare (loro malgrado) star dell'hard. A raccontare la sua ordalia al Guardian una 26enne, finita nella rete 4 anni fa e diventata vera e propria portabandiera delle numerose vittime di una pratica in realtà diffusissima.
A incastrare le ragazze una clausola sulla nudità nascosta nei contratti proposti loro: «Quando l'ho vista mi è venuto da piangere», ricorda, «sono rimasta scioccata, ma davanti a me c'era il presidente dell'azienda, mi sono sentita sotto pressione e ho firmato». Da lì in poi la sua avventura nello showbiz è scivolata nel porno: «Mi hanno sempre detto che potevo fermarmi se ero a disagio o provavo dolore ma non è mai stato così», ricorda.
Stando alle autorità e alle associazioni di aiuto si parlerebbe di centinaia di ragazze ogni anno. Come misura preventiva, riporta il Guardian, sono stati attivati diversi raid di polizia anti-adescatori per le strade dei quartieri più a rischio.
Fra i casi più estremi quello di una ragazza costretta a più di 100 rapporti (anche non protetti) davanti alla telecamera. Se non avesse accettato gli aguzzini l'avrebbero svergognata davanti alla famiglia.
«La cosa incredibile è che obbligare con l'inganno ragazze a girare film porno non è illegale da noi», spiega Kazuko Ito avvocato e segretaria generale dell'Ong benefica Human Rights Now, « la legge giapponese non supervisiona l'industria dell'hard ma qui non si parla di business ma di diritti umani».




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