Due petizioni hanno già raccolto migliaia di firme: «Come scienziati ci rifiutiamo di essere divisi»
PARIGI - Migliaia di ricercatori da tutto il mondo sono pronti a boicottare i prossimi convegni scientifici negli Stati Uniti come segno di protesta contro il bando anti-immigrazione voluto dal presidente Donald Trump.
Questa forma di lotta, proposta da un comitato organizzativo dell'Unione Astronomica Internazionale (Iau), è stata rilanciata da una petizione online che in poche ore ha raccolto più di 6.000 adesioni, ma ha anche sollevato qualche perplessità in una parte della stessa comunità scientifica, che si domanda se in questo modo non si finisca poi per penalizzare anche i ricercatori statunitensi.
Nonostante qualche dubbio sulle modalità della protesta, il mondo accademico e scientifico si mostra compatto nell'osteggiare l'ordine esecutivo di Trump, che nella petizione online viene accusato di «istituzionalizzare il razzismo e incoraggiare un clima in cui le persone etichettate come musulmane siano esposte ad una escalation di disprezzo e violenza».
Anche la stessa Unione Astronomica Internazionale nei giorni scorsi aveva espresso preoccupazione per «l'impatto che questo ordine esecutivo e le reazioni degli altri Paesi potranno avere sulle collaborazioni internazionali in astronomia e sulla mobilità degli scienziati». Questa presa di posizione, però, non è sembrata abbastanza forte ai sette membri del comitato organizzativo della Commissione per le stelle massive G2 della Iau, «che in un minuto hanno concordato di optare per il boicottaggio», come racconta il vicepresidente del comitato Jorick Vink, che aggiunge su Facebook: «Chiediamo a tutti di sostenere il principio» dell'universalità della scienza e «di considerare azioni appropriate».
L'appello è stato subito accolto dagli astronomi riuniti nell'iniziativa 'Science Undivided', che in una seconda petizione online chiedono a Trump di cancellare il provvedimento e affermano: «Come scienziati ci rifiutiamo di essere divisi».