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SIRIA / IRAQPerché le bombe su Mossul sono buone e su Aleppo cattive?

31.10.16 - 21:29
Per il mainstream i bombardamenti su Mossul sono buoni e giusti, mentre quelli su Aleppo sono considerati dei crimini di guerra. A chi credere?
Bombardamento su Mossul (Immagine RT)
Perché le bombe su Mossul sono buone e su Aleppo cattive?
Per il mainstream i bombardamenti su Mossul sono buoni e giusti, mentre quelli su Aleppo sono considerati dei crimini di guerra. A chi credere?

BERLINO - E' difficile, se non impossibile, farsi un'idea sulla guerra che sta dilaniando la Siria e l'Iraq. Avere un resoconto il più possibile oggettivo sugli avvenimenti di distruzione e di morte nei due paesi martoriati dalle bombe e dagli attentati, risulta assai complicato. Infatti, in questo conflitto si sta assistendo ad una sorta di tutti contro tutti e l'informazione mainstream delle agenzie occidentali, come sintetizza nel suo articolo Russia Today Deutschland, giudica «buone le bombe su Mossul e cattive quelle su Aleppo».

Perché a Mosul i bombardamenti sono giusti e su Aleppo sono sbagliati? - Effettivamente ci si può chiedere come mai l'attacco a Mossul sia da considerare liberatorio e giusto e quello ad Aleppo, invece, un crimine di guerra. Le truppe di Assad, appoggiate dalla Russia, stanno cercando di liberare la città siriana dall'Isis e dagli islamisti che si ispirano ad Al-Qaida. Quest'ultimi, come ha osservato lo Spiegel online, nonostante abbiano cambiato nome e non si chiamino più al Nusra, ma Shabha Fatah al-Sham, si rifanno pur sempre ad un concetto di società basata sulla Sharia. Nulla a che fare quindi con la democrazia e i diritti umani che tanto auspica l'Occidente.

I timori della stampa occidentale - Visto questo scenario, la stampa tedesca, ma non solo, secondo RT Deutschland, teme che quanto sta succedendo a Mossul possa essere considerato dall'opinione pubblica occidentale alla stessa stregua di Aleppo. Sono infatti molti i lettori e i cittadini che si sono rivolti allo Spiegel per chiedere come mai se a bombardare sono gli americani l'operazione è giusta, mentre se sono i russi, invece, no.

Aleppo distrutta - Dalla stampa dei paesi occidentali aderenti alla Nato è da mesi che vengono mostrate immagini di una città, Aleppo, completamente distrutta e civili sofferenti per una guerra in un paese che ha provocato centinaia di migliaia di morti e un esodo senza precedenti.

Mossul città di 1,5 milioni di abitanti - Per Mossul, sotto assedio dell'esercito turco e dei peshmerga curdi, appoggiati dai bombardamenti aerei dell'aviazione militare statunitense dal 17 ottobre scorso, invece, i principi di valutazione che valgono sono altri. Analogamente ad Aleppo, la città irachena è occupata dal giogo del fondamentalismo islamico e, come nella città siriana, sono tenuti in ostaggio centinaia di migliaia di civili. Mossul, infatti, conta 1,5 milioni di abitanti.

Il linguaggio del telegiornale - Nella trasmissione di RT-Deutschland "Medienmagazin 451°", dal titolo "Bombe buone e bombe cattive" si è messo in evidenza come l'attacco ad Aleppo sia considerato da Ard un crimine di guerra, mentre a Mossul, invece, un'offensiva «tanto attesa». Interessante, infatti, notare come il linguaggio cambi a seconda dell'alleanza. I bombardamenti russi su Aleppo vengono definiti da Ard «attacchi aerei», mentre quelli degli statunitensi «operazioni di appoggio». Una versione più edulcorata quest'ultima di una realtà che, invece, è di guerra e di morte.

Il sarcasmo pungente di Postillon - Il Postillon, organo di informazione satirico in lingua tedesca che propone, in chiave sarcastica, lo stile adottato dalle agenzie stampa e dalla stampa, ha pubblicato un suo articolo tagliente, apparso recentemente, dal titolo: «A Mossul un bambino è felice di essere bombardato dai buoni americani anziché dai cattivi russi». Nell'articolo si legge: «Qui è in verità completamente diverso», spiega Bassem, il bambino "felice". «Mentre ad Aleppo la gente viene macellata a sangue freddo dalle truppe di Assad e Putin, qui a Mosul siamo liberati da bravi ed eretti soldati e le persone muoiono al massimo a causa di spiacevoli danni collaterali».

Aleppo città distrutta, Mossul città felice - Christoph Sydow, giornalista politico di Spiegel, in un video ha spiegato le differenze tra Mosul e Aleppo, sostenendo che la Russia bombarda gli ospedali, mentre gli Stati Uniti adottano una strategia "chirurgica" che va a colpire i terroristi dell'Isis. Inoltre, secondo Sydow, Aleppo è una città completamente distrutta, mentre a Mosul c'è elettricità e cibo per tutti, con tanto di strade illuminate ed affollate e spiedini di carne al fuoco.

Video di Mossul "felice" senza indicare la fonte - Per mostrare le immagini di Mossul, Sydow si è servito di un video di propaganda dell'Isis risalente a metà 2014, senza indicare la fonte. A svelare l'omissione è stata la piattaforma Bildblog. La redazione dello Spiegel Online ha reagito, scusandosi e aggiungendo che la fonte sarebbe stata indicata. 

E alla fine la domanda è lecita: a chi credere?

 

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COMMENTI
 

lo spiaggiato 7 anni fa su tio
Ah, non dimentichiamoci che ad Aleppo a prenderle ci sono gli islamisti "moderati" amici del senatore McCain che ricevono armi e finanziamenti dagli USA...

lo spiaggiato 7 anni fa su tio
Le bombe amerikane portano felicità e democrazia...

Esse 7 anni fa su tio
L unione europea (..ed includerei anche noi), dovrebbe preparare un paio di navi da crocera per il trasporto migranti ed istituire un servizio navetta sulle rotte a destinazione USA e Russia. Loro fanno i casini, loro vogliono fare i primi della classe, loro sgomiteranno per gli appalti di ricostruzione, loro otterranno accordi commerciali con i futuri governi che loro metteranno su in quei paesi ... noi altri a mettere le pezze in genuflessa sudditanza ...siamo ridicoli.

rojo22 7 anni fa su tio
in guera, püsé ball che tera...

francox 7 anni fa su tio
Piuttosto difficile credere che una bomba sia buona, la verità è evidente anche se non trasmessa. E la storia insegna.

alexx79 7 anni fa su tio
buoni e cattivi, per chi fai tifo? magari un giorno ci stuferemo di giocare alla guerra, e impareremo a condividere le risorse di madre terra
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