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MAFIE: Un comasco racconta i segreti della ‘Ndrangheta

E le dichiarazioni di Calogero Marcenò, uno dei principali “pentiti” nell’operazione “Fiori di San Vito” portano al altri 71 arresti
MAFIE: Un comasco racconta i segreti della ‘Ndrangheta
E le dichiarazioni di Calogero Marcenò, uno dei principali “pentiti” nell’operazione “Fiori di San Vito” portano al altri 71 arresti
COMO – Locali e ‘ndrine, maggiore e minore, dote e bacinella. Rito d’affiliazione, picciotto, sgarrista, puntaiolo, capo società, mastro di giornata, contabile, crimine. Termini più o meno ricorrenti nel gergo della ‘ndrangheta, filtr...
COMO –Locali e ‘ndrine, maggiore e minore, dote e bacinella. Rito d’affiliazione, picciotto, sgarrista, puntaiolo, capo società, mastro di giornata, contabile, crimine. Termini più o meno ricorrenti nel gergo della ‘ndrangheta, filtrati attraverso il velo di omertà che caratterizza l’onorata società. Parole che di tanto in tanto fanno capolino dalle intercettazioni telefoniche o ambientali nelle inchieste sulle attività delle cosche. A volte il Magistrato inquirente s’imbatte in qualcuno disposto a svelare riti e usanze della criminalità organizzata. Allora emerge come nella ‘ndrangheta l’elemento tradizionale riveste una parte essenziale. Una conferma è venuta dall’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore della Dda Nicola Gratteri, sfociata nell’operazione “Sant’Ambrogio”, con un maxiblitz dei Carabinieri (ben 71 arresti) contro il clan Ursini di Gioiosa Jonica ed altre famiglie mafiose della Locride (Morabito di Africo, Cua-Callipari di Natile di Careri, Barbaro-Marando di Platì, Nirta-Romeo di San Luca, Cordì di Locri), tutte coinvolte in un colossale traffico di sostanze stupefacenti. Nel corso delle indagini il Dott. Gratteri aveva sentito Calogero Marcenò, uno dei pentiti di punta nell’inchiesta contro la ‘ndrangheta nel Comasco denominata “Fiori di San Vito”. Quello che poteva passare come un interrogatorio qualsiasi aveva riservato non poche sorprese. Marcenò, siciliano d’origine, ha risposto alle domande del Magistrato distinguendo ruoli e funzioni all’interno della struttura mafiosa. Ha parlato del suo ingresso nella ‘ndrangheta, delle esperienze fatte. Ecco la parte più significativa dell’interrogatorio e che viene riportata dal quotidiano “Gazzetta del Sud”:

“Il primo approccio l’ho avuto nell’83. Ero stato arrestato per rapina nell’81 e sono uscito nell’83 per scadenza termini. Sono stato avvicinato da Vincenzo Salto, originario come me di San Cataldo, e Giuseppe Cartolano, nativo di Giffone ma che abita a Como. Ecco, da queste due persone sono stato avvicinato e mi dissero se volevo fare parte della ‘ndrangheta”.

C’è stato un rito di affiliazione, come è avvenuto?

“Dopo che mi hanno fatto anche dire il mio passato, da quale famiglia venivo, hanno fatto tutto ciò per affiliarmi. Ci siamo ritrovati. C’erano Vincenzo Salto, Giuseppe Cartolano e poi c’era Vincenzo Condoluci. Siamo andati a casa di questo Condoluci con altre persone per fare questo battesimo. Li, dopo alcune frasi, quello ci ha portato avanti, cioè avevo una garanzia di questo Cartolano”.

Quante persone c’erano alla presentazione?

“Quando si fa un battesimo devono essere minimo 5 persone. Due sono picciotti lisci, sgarristi, ci deve essere il capo giovane, il puntaiolo e il picciotto di giornata, più altri due componenti della società”.

Quanti tipi di ‘ndrangheta abbiamo.

“Quella della montagna e quella della piana”.

Cosa può fare il picciotto liscio?

“Una volta entrato comincia a fare esperienza, e a essere osservato dagli esponenti della maggiore, più anziani, più pratici”.

Cosa gli si fa fare?

“Se è un locale attivo, dipende quello che fa questo locale: rapine, furti, droga...”.

Dopo il picciotto liscio cosa c’è?

“Dopo il picciotto liscio, devono passare sei mesi per avere un’altra dote. Da picciotto liscio si diventa picciotto di sgarro, cioè sgarrista nella minore”.

Lo sgarrista cosa fa?

“Sempre la stessa cosa come essere picciotto, solo che essendo sgarrista può prendere cariche di picciotto di giornata, di puntaiolo e a votazione anche di capo”.

- Dopo lo sgarrista?

“Dopo lo sgarrista si può entrare nella società maggiore”.

Com’è strutturata la minore?

“Il capo della minore è il capo giovane o puntaiolo, poi c’è il picciotto di giornata. Il picciotto di giornata sarebbe la persona che se c’è una riunione, se c’è da fare una cosa, c’è il capo giovane dice al picciotto di giornata di avvisare o di riunirsi, di andare a fare qualcosa”.

Le riunioni ogni quanto avvengono?

“Ogni 29 del mese”.

Cos’è la bacinella?

“La bacinella è il fondo cassa del locale. La bacinella deve essere sempre attiva, di 10 lire o cento milioni. Però se non ci dovesse essere niente quel locale potrebbe essere escluso”.

Con quei soldi cosa si fa?

“Se è attivo si possono fare investimenti, comprare qualcosa, aprire aziende, attività, negozi. Oppure portare soldi ai detenuti, aiutare le famiglie”.

La maggiore come è strutturata?

“C’è il capo locale, sarebbe il responsabile del locale, poi il capo società, il mastro di giornata, il contabile, e il mastro buon ordine. Il mastro di buon ordine se c’è qualche attrito fa da paciere”.

– Cos’è il capo locale?

“Allora il capo locale è il responsabile che deve dare conto alla famiglia esistente. Il capo società comanda, si prende le responsabilità per quelli della maggiore, e quelli della minore. È quello che organizza, decide il da farsi”.

Il contabile?

“Il contabile mantiene la bacinella”.

Nella maggiore?

“Nella maggiore tiene la contabilità di tutto quello che entra e che esce”.

Il titolo del crimine?

“È il responsabile del crimine. Tutti i capi locale e capi società fanno una riunione e stabiliscono chi deve essere responsabile del crimine, degli interessi, dei controlli dei locali. È quello che, se c’è da fare un omicidio, viene avvisato dal mastro di giornata. Lui può prendere gli uomini che preferisce da qualsiasi locale della famiglia”.

Nel locale della maggiore che gradi abbiamo?

“Si incomincia da camorrista, poi camorrista di sgarro, santista, vangelista. Dopo viene data un’altra dote, quella che conosco, il trequartino”.

- Come si passa da un grado all'altro?

“A camorrista si entra dalla minore. Diventi camorrista e vai e fai parte della società maggiore. In quel gruppo, dopo alcuni mesi ti danno lo sgarro, cioè camorrista di sgarro che sarebbe come nella minore da picciotto liscio diventi picciotto di sgarro. Avendo lo sgarro puoi prendere le funzioni, avere altre cariche all'interno, una volta che sei camorrista di sgarro poi puoi prendere la carica mettiamo di mastro di giornata, di contabile, dipende, se hai le capacità può essere che quando fanno le riunioni, fanno le votazioni e magari vogliono cambiare, può capitare che devi essere camorrista di sgarro per poter fare queste funzioni, e da camorrista di sgarro si diventa santista, da santista invece la cosa è diversa perché nell’organizzazione ci sono i responsabili della santa e allora cioè si avvisa sempre il locale interessato, dicendo che si deve dare la santa a questo tizio tramite qualcuno e lo si fa sapere”.

di Bob Decker

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