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VARESE: Militare sodomizzato: per i Giudici la “carota” provocò scompensi psichici

Ecco le motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale di Bagnoli per condannare un Maresciallo dell’Aeronautica protagonista di atti di nonnismo su un aviere
VARESE: Militare sodomizzato: per i Giudici la “carota” provocò scompensi psichici
Ecco le motivazioni della sentenza emessa dal Tribunale di Bagnoli per condannare un Maresciallo dell’Aeronautica protagonista di atti di nonnismo su un aviere
VARESE. “Non può essere ritenuta con pari tranquillizzante certezza l’integrazione del reato di lesioni personali aggravate non risultando provato, in misura altamente probabile, l’esistenza del nesso di causalità tra la suddetta condotta di...
VARESE.

“Non può essere ritenuta con pari tranquillizzante certezza l’integrazione del reato di lesioni personali aggravate non risultando provato, in misura altamente probabile, l’esistenza del nesso di causalità tra la suddetta condotta di abuso dell’imputato e il disturbo psicotico manifestatosi successivamente nell’aviere". È il passaggio-chiave delle motivazione che hanno portato alla sentenza con la quale il Tribunale militare di Bagnoli il 2 luglio scorso ha inflitto 1 anno e 9 mesi di reclusione con i doppi benefici al Maresciallo Giovanni Buonomano dell’Aeronautica Militare in servizio presso l'80º Gruppo IT di Bagnoli per le angherie inferte in concorso ad una recluta ventenne della provincia di Varese e che secondo l’accusa gli avrebbero cagionato un grave disturbo psicotico. Nella relazione del Giudice estensore, Anna Marroncini, si ritiene che i pesanti atti di nonnismo ai danni del ragazzo varesino siano da considerarsi direttamente responsabili dei guai psichiatrici del ragazzo che dovette subire anche atti di sodomizzazione. Il Collegio, infatti, risale all’infanzia del militare analizzando pure l’ambiente familiare individuandone in esso una “figura paterna forte ed autoritaria e una figura materna docile e sottomessa” per cui in casa il ragazzo “evitò sempre i confronti con il padre preferendo l’isolamento e la passività”. Scrive il Giudice estensore: “Una personalità con una notevole fragilità emotiva per cui i suoi problemi psicologici non risultarono percepibili, e non furono mai prima percepiti, all'esterno”. Tuttavia la goccia che avrebbe fatto traboccare il “vaso psichico” viene individuata nello “scontro” con il Comandante della base quando lo richiamò ad una condotta più disciplinata. Infatti il ragazzo era rientrato in ritardo da una licenza in quanto, per un improvviso malore, aveva perduto il treno. Poiché non era la prima volta che il militare non si presentava per il turno di impiego, il Comandante lo aveva rimproverato. “L’aviere – si legge ancora nelle motivazioni di sentenza – visse come ingiusto quel rimprovero: si mise a rapporto e si confrontò con il superiore con atteggiamento deciso e spavaldo. Alla scontata irrogazione di una sanzione disciplinare (anch’essa ritenuta ingiusta) il ragazzo reagì denunciando allora gli “scherzi” (come li ebbe a definire) sino allora subiti e dei quali non aveva mai parlato con nessuno”. E fu solo dopo il contrasto con il Comandante che l’aviere accusò la presenza di “allucinazioni, con visioni di demoni e di angeli, convulsioni, digrignamento di denti, attacchi di violenza di persone identificate come nemici, tutti sintomi di gravità tale da rendere necessario il ricovero in infermeria e quindi in ospedale”. Secondo i Giudici, tutttavia, non furono quegli “scherzi” (compresa la carota usata per l’atto di sodomizzazione) i responsabili diretti della drammatica “realtà psichica” perché pur se la “riprovevolezza, la ripugnanza, l'immoralità e l'inaccettabilità” del contegno del Buonomano devono essere punite, non sono a lui riconducibili le più gravi conseguenze lamentate dal ragazzo. Per cui non di lesioni personali aggravate doveva rispondere l'imputato ma solo di violenza ad inferiore mediante maltrattamenti. Per questa vicenda a processo erano finiti anche altri tre militari (Michele Turato, Alessandro Perini e Fabio Pregnolato), usciti di scena dopo aver chiesto il patteggiamento. Il ragazzo non era presente al processo del 2 luglio e ora il suo avvocato difensore contesta criticamente i contenuti delle motivazioni ritenendo che il suo assistito “era partito sano da casa per la naia, è tornato distrutto non solo psicologicamente”. Proprio per questo i medici che tutt’ora lo hanno in cura gli avevano sconsigliato di partecipare all’udienza. Dal canto suo il Maresciallo si era avvalso della facoltà di non favellare davanti ai Giudici che lo hanno condannato anche al pagamento di 21 milioni di lire per il rimborso delle spese legali, mentre in separata sede saranno quantificati e liquidati i danni civile e materiale. Il Pubblico Ministero aveva chiesto una condanna a 3 anni e 10 mesi senza benefici che, invece, l’imputato ha ottenuto.

di Bob Decker

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