Omicidio Garlasco, le perizie inchiodano Stasi. Ecco le foto della villetta dell'orrore

Il legale della famiglia Poggi deposita in Procura la consulenza di parte: la bici di Alberto è stata ripulita. L'unico indagato per l'omicidio della fidanzata si racconta in un'intervista: "Aspetto con tranquillità". Elaborata anche una perizia tecnica sul computer del giovane.
Il legale della famiglia Poggi deposita in Procura la consulenza di parte: la bici di Alberto è stata ripulita. L'unico indagato per l'omicidio della fidanzata si racconta in un'intervista: "Aspetto con tranquillità". Elaborata anche una perizia tecnica sul computer del giovane.
PAVIA - Due nuove consulenze si aggiungono al fascicolo per l'omicidio di Chiara Poggi, la ragazza uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007. Il legale della famiglia, Gian Luigi Tizzoni, ha depositato in Procura una consulenza di parte firmata dal biologo-genetista Marzio Capra che l'ADNKRONOS e' in grado di anticipare.
Nel documento si sottolinea come il sangue trovato sui pedali della bicicletta dell'ex fidanzato Alberto Stasi, unico indagato per l'omicidio, è sicuramente della vittima. La bici ripulita dal sangue, ma non totalmente, e le scarpe immacolate in una scena del crimine piena di sangue sono infatti i due elementi che lo incastrerebbero. Secondo Capra, le tracce trovate sui pedali sono della vittima: si tratta di una bicicletta ''almeno in parte ripulita'' ma che conserva ''una prova'' della colpevolezza dell'ex studente. Dunque, questa 'accortezza' non lo salva dall'accusa: sulla bici marca 'Umberto Dei Milano' usata per fuggire, secondo la teoria dell'accusa, ci sono comunque tracce di Dna della fidanzata. L'elemento a maggior supporto di una avvenuta pulizia "e' rappresentato dalla totale assenza, sui pedali, di un benche' minimo segnale riconducibile a 'contaminazione biologica'". Nessun dubbio che quello sui pedali sia "materia organica" di Chiara, cosi' come emerge a prima vista che sulla bici non ci sono "residui di fango o tracce di altra sporcizia, indicativi di un normale anche se sporadico utilizzo".
Il consulente sottolinea inoltre come sia impossibile per Alberto calpestare il pavimento della villetta senza sporcarsi minimamente le scarpe. Capra ''non ha dubbi nell'escludere che l'indagato indossasse effettivamente le scarpe Lacoste'' che lo studente ha consegnato ai carabinieri al termine del primo interrogatorio.
Ci sono poi solo le impronte di Alberto e dei familiari della vittima nella villetta di via Pascoli. Indizio che esclude la presenza di estranei e che finisce, secondo l'accusa, per aggravare la posizione del 25enne. La consulenza di Capra abbraccia le conclusioni del Ris e dell'accusa e ritiene lo studente colpevole al di la' di ogni dubbio. Elementi che, insieme alle impronte digitali di Alberto miste al Dna di Chiara trovate sull'erogatore del sapone liquido in bagno, ''incastrano per l'accusa l'unico indagato''. Il fatto dimostra infatti che ''le mani di Alberto erano intrise di materiale organico di Chiara e possono ben essere state il mezzo attraverso il quale e' stato ivi deposto il dna della vittima''. Secondo la difesa dei Poggi, il giovane avrebbe ucciso la fidanzata, poi si sarebbe lavato le mani per togliere le tracce di sangue.
Insieme alla consulenza scientifica e' stata depositata una consulenza tecnica sul computer dell'unico indagato. L'ingegnere informatico Paolo Reale arriva alla conclusione che mentre Chiara moriva sotto i colpi del killer, Alberto non lavorava alla sua tesi di laurea, come sempre sostenuto dall'ex fidanzato. Stando alla consulenza, il computer di Alberto finisce, ancora una volta, per essere il presunto movente dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Dalla relazione emerge che la sera prima del delitto, il 12 agosto 2007, i due ragazzi guardano insieme alcune immagini. Sicuramente quelle contenute nella chiavetta Usb della vittima, ma all'appello manca un'altra pen drive. Una rivelazione se si tiene conto che Alberto aveva nel computer e in una memoria esterna decine di immagini pedopornografiche. Un segreto che Chiara potrebbe aver scoperto.
Il 24 febbraio si terrà l'udienza preliminare per stabilire se Stasi dovra' essere processato per l'omicidio. Intanto "la mia vita scorre normalmente. Vado al cinema, in pizzeria, la compagnia di qualche amico. Con i genitori non ho problemi. Aspetto con tranquillità. Il giorno in cui entrai in carcere sopportai, consapevole di subire un torto. Ne ho subiti parecchi. Non immaginavo di essere un obiettivo e collaboravo coi carabinieri nella speranza si arrivasse al dunque". Così Stasi in un colloquio con il direttore di 'Libero' Vittorio Feltri e pubblicato dal quotidiano, a poco più di una settimana dall'udienza.
Adnkronos / Ign
In allegato: le foto Adnkronos della perizia di parte









Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!