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Roberto Saviano: "Via dall'Italia, qui sono prigioniero"

Keystone Salvatore Laporta
Roberto Saviano: "Via dall'Italia, qui sono prigioniero"
ROMA - "Vado via dall'Italia, almeno per un po', non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo". In un colloquio con la "Repubblica", Roberto Saviano, da due anni sotto s...
ROMA - "Vado via dall'Italia, almeno per un po', non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo". In un colloquio con la "Repubblica", Roberto Saviano, da due anni sotto scorta, autore di Gomorra, libro che ha aiutato a fare luce sulle attività criminali del clan dei Casalesi, annuncia che vuole ritornare a vivere ma per farlo deve lasciare il Paese.

"In privato sono diventato una persona non bella - scrive - diffidente al di là di ogni ragionevolezza". E se ritiene di aver ottenuto l´attenzione sul tema della camorra con il suo libro come mai era accaduto prima, l´autore di Gomorra ha deciso di andare via anche per la solitudine in cui è costretto a vivere.

"Nemmeno una casa vogliono affittarmi a Napoli, appena sanno chi sarà il nuovo inquilino" dicono che "sono dispiaciuti assai ma non possono" e gli amici mi hanno detto "ora basta, non ne possiamo più di difendere te e il tuo maledetto libro".

Saviano è consapevole dell´odio che suscita: "lo sento come un cattivo odore l´odio che mi circonda, non è necessario che ascolti le loro intercettazioni e confessioni". Ma nonostante tutto sa che le sue parole hanno dato l´avvio ad una mobilitazione "la strage dei ghanesi a Castelvolturno ha costretto il governo - scrive - a un impegno paragonabile soltanto alla risposta a Cosa Nostra dopo le stragi di Capaci e via D´Amelio, non pensavo che soltanto un libro potesse provocare questo terremoto".

ats/ansa


Foto apertura: Keystone Salvatore Laporta

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