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REGIO INSUBRIA: "Celentano? Predicatore da bar", parola di Vescovo

Nuovo duro attacco di Mons. Maggiolini contro i 125 milioni di cazzate in tv.
REGIO INSUBRIA: "Celentano? Predicatore da bar", parola di Vescovo
Nuovo duro attacco di Mons. Maggiolini contro i 125 milioni di cazzate in tv.
COMO. Mons. Maggiolini non ha ancora digerito i 125 milioni di cazzate, ovvero il programma di Adriano Celentano, in particolare le esternazioni in merito di trapianti. Lo dicevamo nei nostri lanci di ieri sera: “Non voglio essere paladino di una...
COMO.

Mons. Maggiolini non ha ancora digerito i 125 milioni di cazzate, ovvero il programma di Adriano Celentano, in particolare le esternazioni in merito di trapianti. Lo dicevamo nei nostri lanci di ieri sera: “Non voglio essere paladino di una campagna anti Celentano – aveva detto ieri il Vescovo di Como – ma sono indignato per i miliardi che la Rai, attraverso i soldi del canone, spreca per programma di questo genere che, neppure per un attimo, ha avuto mai il desiderio di guardare.” E dopo una frase così, Maggiolini torna alla carica con una dose di veleni in più tanto da definire il supermolleggiato un “Predicatore da bar”. E così, mentre in un corsivo di Avvenire, viene ricordato il titolo di uno degli album di cementano (“Il Re degli Ignoranti”) e definito il “re dei furbacchioni”, e la mamma di Federica ha scritto all’artista galbiatese per chiedergli il sostegno delle spese di soggiorno a Parigi in attesa che guarisca la bimbetta, Monsignor Alessandro Maggiolini dice: «Non ritengo utile né divertente vedere questo programma e anche i teleutenti, quando saranno stufi, spegneranno il televisore. Mi spiace solo che si utilizzi un mezzo pubblico, pagato da tutti i cittadini, per propagandare le idee di un frequentatore di bar” Contro Cementano arrivano anche le contumelie della Conferenza Episcopale e di Mons. Riboldi (originario di Besana Brianza) Arcivescovo di Acerra: “Se c’è una realtà al mondo che predica l'amore per il prossimo, invita a donarsi per gli altri, questa è proprio la Chiesa. Io rispetto l’arte di Celentano e la sua buona volontà, ma farebbe bene a mettersi un lucchetto alla bocca e lasciasse fare il predicatore a chi lo fa per vocazione, non per improvvisazione”. E ancora: “La televisione ubriaca chi la vede, ma soprattutto – dice Ribaldi - chi la fa. Delirio di onnipotenza, deve chiamarsi così. Non dia dell'ipocrita a nessuno, memore di un insegnamento tanto noto quanto inascoltato del Maestro che lei pure ama citare, e che parla di prime pietre da scagliare, e travi proprie e pagliuzze altrui”.

di Bob Decker

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