È morto lo scrittore Norman Mailer

Era considerato no dei più importanti scrittori statunitensi e aveva vinto per ben due volte il premio Pulitzer. Aveva 84 anni
Norman Mailer è stato uno dei protagonisti della cultura americana, diventando negli anni '60 un punto di riferimento della generazione hippy e della beat generation. Come artista era ritenuto tra i maggiori dei suoi anni, come uomo era ovunque temuto per il suo spirito dissacratore e per le sue iniziative spesso scandalose e sconcertanti. Giornalista, scrittore e regista, Norman Mailer è considerato con Truman Capote e Tom Wolfe il padre di un genere letterario, il new journalism, commistione tra romanzo e inchiesta.
Nato il 31 gennaio 1923 a Long Branch, nel New Jersey, Norman Mailer passò la sua giovinezza nel quartiere newyorkese di Brooklyn. Studiò ad Harvard, laureandosi in ingegneria aeronautica, e divorando i classici del realismo americano. Il successo arrivò nel 1948 con il romanzo "Il nudo e il morto", basato sulle sue esperienze nella seconda guerra mondiale nel Pacifico.
Negli anni Sessanta Mailer fondò il giornale del Greenwich Village. Si fece portavoce della rivolta hippie, di cui creò a un tempo la filosofia e la mitologia in "Il banco negro" (1967). Fondamentale, sempre nel 1967, la sua opera "Perché siamo in Vietnam?".
Ha scritto varie biografie, occupandosi di Pablo Picasso, Marilyn Monroe e Lee Harvey Oswald, l'assassino del presidente J.F. Kennedy e ha vinto due premi Pulitzer. Dal suo libro "I duri non ballano" egli stesso trasse un film con Isabella Rossellini.
La sua vita finì spesso nelle cronache scandalistiche: si rese famoso come bevitore di whisky e fumatore di marijuana, ma anche per aver accoltellato la moglie e aver sfidato un campione di pugilato. Nel 1970 si candidò, senza successo, anche come sindaco di New York.




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