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Dal MondoCOMO: Fisac, ecco la sentenza

10.04.01 - 07:32
Un "parto" in Camera di Consiglio durato 10 ore. E' arrivata alle 23.00 di ieri sera.
COMO: Fisac, ecco la sentenza
Un "parto" in Camera di Consiglio durato 10 ore. E' arrivata alle 23.00 di ieri sera.
COMO.

Ecco la sentenza, ma dopo lunga gestazione iniziata alle 13.00 di ieri pomeriggio per essere suggellata dal parto finale alle 23 di ieri sera. A quell’ora, infatti, è giunta l’attesa sentenza per il fallimento della Fisac. Il Collegio Giudicante (Presidente Bianchi, a latere Martinelli e Petrone ha chiuso la partita con 4 condanne con rito abbreviato per altrettanti degli imputati coinvolti nello scandaloso fallimento della Fisac, una delle principali realtà produttive del settore tessile lariano. Una realtà uccisa da una sciagurata gestione, così come aveva rimarcato il 27 settembre scorso durante la sua requisitoria il Pubblico Ministero, Vittorio Nessi, che é riuscito a trascinare sul banco degli imputati quelli che ritiene i responsabili del crack da oltre 100 miliardi. Ed ecco il dispositivo tanto sofferto: Pierluigi Martinelli (85 anni di Cremona), condannato a un anno e 4 mesi rispetto ai 2 anni e mezzo sollecitati in settembre dalla Pubblica Accusa), Gianantonio Dalle Carbonare (55 anni, vicentino non legato da vincoli di parentela con la famiglia Dalle Carbonare a suo tempo alla guida anche della Vicenza Calcio. La Pubblica Accusa aveva chiesto 24 mesi ed è assolto. Ezio Tagliaro (64 anni di Venezia, 2 anni e mezzo chiesti da Nessi ma pere lui è arrivata l’assoluzione) e per Graziano Zanettin (66 anni, commercialista vicentino che per lui il P.M. Nessi aveva avanzato una richiesta di condanna pari a 32 mesi e si è visto infliggere tre anni). Pierluigi Martinelli un anno e 4 mesi di pena. Tutte le pene sono già scontate di un terzo, così come previsto dal Codice di procedura Penale per chi fa ricorso ai riti alternativi come l’Abbreviato, l’immediato (parole che stonano con i soliti tempi della Giustizia italiana) e patteggiamento. Per tutti il Pubblico Ministero contestava gravissime negligenze, nelle loro funzioni di componenti il Collegio Sindacale della Fisica, nell’osservare senza muovere dito le sin troppo allegre e disinvolte manovre finanziarie operate dalla proprietà. Per dare un’idea di quanto, secondo Procura e Tribunale di Como, losca sia stata tutta la vicenda che portò alla morte della Fisac basta ricordare le parole del P.M. Nessi, condivise dall’Avvocato di Parte Civile la mattina del 29 novembre scorso quando fu la volta dei concioni difensivi che occuparono l’intera giornata: “La Trevitex era una zecca che succhiava sangue alla Fisac. Ovvero come se fosse una madre divenuta vampiro nei confronti della figlia”. Sul banco degli imputati Nessi ha trascinato anche Sante Dalle Carbonare, ex Presidente della “Vicenza Calcio”, 78 anni e attualmente sotto cura per una grave malattia, ma per lui ha chiesto ed ottenuto l’assoluzione: non perché lo creda innocente ma perché non sarebbe stata raggiunta la prova dei reati contestati partendo dalla bancarotta fraudolenta per arrivare alla falso in Bilancio. Per i figli di Sante Dalle Carbonare, invece, come detto, si è spalancata la porta del patteggiamento delle pena e la loro posizione è stata vagliata nel gennaio scorso. Sebastiano Dalle Carbonare ( rinviato a giudizio a fronte di una richiesta di patteggiamento a due anni e 100 milioni di risarcimento danni), Pieraldo (patteggiamento da un anno e mezzo), Diego (Diego Dalle Carbonare un anno e mezzo senza sospensione; un mese in meno rispetto a Pieraldo), Gianantonio Delle Carbonare (non legato da vincoli di parentela con gli altri dalle Carbonare). Rinvio a giudizio anche per Eugenio Randon. Pena concordata anche per quello che viene ritenuto il personaggio chiave di tutta la vicenda: Giuseppe Maranghi, fratello dell’Amministratore di Mediobanca Vincenzo Maranghi, un anno e mezzo. Al celebre banchiere Nessi ha attribuito il ruolo di “Amministratore di fatto” della Trevitex, la società che controllava la Fisac, ruolo affidatogli dal pool di banche che nel luglio del ’92 decise di tagliar fuori dall’Amministrazione proprio la famiglia vicentina nel tentativo di raddrizzare le sorti della Trevitex, cosa per altro non riuscita visto che è fallita con un buco, anzi una voragine, di ben 860 miliardi di lire. Un capitolo, quello della Trevitex, che ha portato anche ad una vera e propria sfilata di oltre 100 indagati davanti al Giudice Preliminare di Milano chiamato vagliare le richieste di rinvio a giudizio formulate dal Pubblico Ministero Alfredo Robledo nell’ambito del fallimento più complessivo della Trevitex causato, a detta della famiglia Dalle Carbonare “da quelle sanguisughe di banche con non ci concedevano crediti per sostenere le nostre attività".

di Bob Decker

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