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INTERVISTA

Rita Pavone: "Con la zanzara ho fatto il mio coming out"

Mentre si girava "Non stuzzicate la zanzara", Rita Pavone viveva segretamente il suo amore con Teddy Reno. Ecco come è andata in quei giorni sul set. La cantante al Festival di Locarno
Foto www.pardo.ch
Rita Pavone: "Con la zanzara ho fatto il mio coming out"
Mentre si girava "Non stuzzicate la zanzara", Rita Pavone viveva segretamente il suo amore con Teddy Reno. Ecco come è andata in quei giorni sul set. La cantante al Festival di Locarno
LOCARNO - Spigliata, solare, animata da un'entusiasmo e da un'energia inesauribili, Rita Pavone ieri era presente a Locarno in veste di prima grande ospite della retrospettiva dedicata alla Titanus, la più antica casa di produzion...

LOCARNO - Spigliata, solare, animata da un'entusiasmo e da un'energia inesauribili, Rita Pavone ieri era presente a Locarno in veste di prima grande ospite della retrospettiva dedicata alla Titanus, la più antica casa di produzione italiana che, al pari della Metro-Goldwyn-Mayer e della 20th Century Fox, ha contribuito alla diffusione sì di pellicole firmate da grandi registi ma anche di film più popolari come quelli rappresentati dal genere musicarello di cui la cantante è stata protagonista. 

Dopo l'incontro con il pubblico siamo riusciti a porle qualche domanda su “Non stuzzicate la zanzara” - proiettato all'Ex Rex - e sulla sua vita d'attrice-cantante scoprendo pure qualche dettaglio sulle sue trasgressioni giovanili.

Nel film proiettato ieri “Non stuzzicate la Zanzara” c'è una canzone dedicata alla Svizzera. Proprio in quegli anni hai deciso di trasferirti nel nostro paese. Cosa rappresentava per te la Svizzera in quel 1967 e cosa rappresenta oggi?
"La Svizzera è la mia seconda casa. Durante i mondiali ho tifato per lei, l'ho scritto anche su Facebook, aveva più carattere dell'Italia. Metà della mia vita è svizzera, i miei figli sono nati qui e quando qualcuno ne parla male dicendo che è noiosa, cavalcando i soliti luoghi comuni tipo cioccolato e orologi, un po' come per l'Italia pizza e mandolino, mi infastidisco. Ci tengo molto. Il riferimento c'è stato perché Lina Wertmuller è di origine svizzera, discende da un'antica famiglia proveniente da qui".

La tua esperienza cinematografica è legata soprattutto agli anni sessanta. Se ti dovessero fare oggi delle proposte, quale cinema ti piacerebbe fare e in che ruolo ti vedresti?
"Mi piacerebbe non cantare al cinema. Mi piacerebbe fare quello che sono riuscita a fare a teatro. Ho avuto delle grosse esperienze, maturate con personaggi importanti come “La dodicesima notte” a Verona per la regia di Franco Branciaroli. Al cinema mi piacerebbe far emergere la Pavone che non si conosce, non la cantante scatenata ma la donna più da scoprire, il mio lato malinconico, che secondo me non è ancora venuto fuori, esce nelle canzoni ma al cinema no, ho sempre avuto ruoli troppo energici. Mi piacerebbe molto lavorare con Pupi Avati, è uno dei registi che amo di più".

La colonna sonora, è "Questo nostro amore" scritta da Lina Wertmuller. Proprio in quel periodo vivevi segretamente la storia d'amore con Teddy Reno. Cantare "Questo nostro amore, non si puo' nascondere" poteva essere in un certo senso una conferma a quello che si diceva in giro. Non temevi che il brano potesse essere la tua confessione, il tuo "coming out"?
"Si può dire che sia stato proprio un coming out, il periodo del film coincide con il momento in cui abbiamo reso ufficiale il nostro “fidanzamento”. In tutto il mondo lui era un uomo libero, ma non in Italia. Ci siamo sposati a Lugano, in attesa che arrivasse il divorzio anche in Italia. Sono 46 anni che siamo sposati, ormai siamo una vecchia coppia ma sempre solida. Ci credavamo molto".

Partita in tournée a maggio, inesauribili le tue pile... 
"Credevo di aver chiuso l'attività 9 anni fa, poi una serie di circostanze molto carine mi hanno spinta a ripartire e ho scoperto di essere vocalmente in forma, non avevo mai cantato così. Questo mi ha permesso di realizzare un sogno nel cassetto: cantare le canzone che mi piacevano quando ero ragazzina, i miei idoli americani. Ho sempre voluto fare un disco di questi brani magari anche in italiano. Alla fine l'ho prodotto". 

C'è da chiedersi dove trovi tutta questa energia!
"È un mestiere bellissimo il mio, certo sto per compire 70 anni ma fino a che la voce regge mi levo tutte le soddisfazioni!"

Cosa mi dici della ribellione, della voglia di trasgredire dei giovani come Rita, protagonista del film presentato ieri per la retrospettiva Titanus? 
"Il ragazzo sarà sempre ribelle, deve trovare la sua strada e la trasgressione è la parte più affascinante di questo percorso. Quando ero ragazzina dovevo ancora indossare i calzettoni, per comperarmi le calze di nylon - che poi mettevo di nascosto - facevo la cresta sul pane: al posto di prendere 1kg ne compravo 800 gr. Quando uscivo la sera, mi cambiavo di sotto, dove c'era il box delle biciclette... trasgredire era un momento di felicità, la soddisfazione di poter dire: neanche questa volta m'ha beccata".

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