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PIRELLONE: Gli affari poco chiari di Luigi Fasulo

Il pilota dell’aereo schiantatosi contro il Palazzo della Regione nel mirino degli inquirenti di Trento nell’ambito di una maxi inchiesta della Finanza. La sua posizione stralciata e trasmessa ad altra Procura, forse a quella di Como
PIRELLONE: Gli affari poco chiari di Luigi Fasulo
Il pilota dell’aereo schiantatosi contro il Palazzo della Regione nel mirino degli inquirenti di Trento nell’ambito di una maxi inchiesta della Finanza. La sua posizione stralciata e trasmessa ad altra Procura, forse a quella di Como
COMO – Era indagato per traffico di opere d’arte Luigi Gino Fasulo, il pilota 67enne di Pregassona schiantatosi ieri sera alle 17.50 contro il Grattacelo Pirelli di Milano, sede della Regione ...
COMO –Era indagato per traffico di opere d’arte Luigi Gino Fasulo, il pilota 67enne di Pregassona schiantatosi ieri sera alle 17.50 contro il Grattacelo Pirelli di Milano, sede della Regione Lombardia. Di lui si stava interessando la Guardia di Finanza nell’ambito di una maxi inchiesta partita dalla Procura di Trento da dove, però, fanno sapere che la sua posizione era stata stralciata e trasmessa ad altra Procura. Non vi sono conferme, al momento, che possa essere quella di Como. Si è anche appreso in queste ore che Fasulo era indagato pure per usura, sempre dalla Guardia di Finanza, “in una regione del Nord Italia”, così come dichiarato dal Sostituto Davide Ognibene della Procura trentina che da 3 anni sta conducendo un’inchiesta su un presunto commercio di opere d’arte false. Anche per quanto riguarda l’inchiesta “usura” non vi sono ancora conferme (o smentite) che la Procura interessata alle indagini possa essere pure in questo caso quella di Como. Sempre secondo quanto si è appreso, l’attenzione sull’uomo da parte degli inquirenti si sarebbe concentrata soltanto in tempi recenti e l’indagine sul suo conto era ancora allo stato embrionale. Tra mille silenzi e “no comment” si è appreso che il pilota venne denunciato nel ‘97 dalla Guardia di Finanza per contrabbando: allo scalo di Orio al Serio non aveva denunciato orologi, preziosi e diamanti sintetici per un valore vicino al miliardo. Nel Comasco Luigi Fasulo era particolarmente conosciuto e non solo per aver studiato al Don Guanella di via Tommaso Grossi, ma anche perché fino a trent’anni aveva vissuto in Val d’Intelvi e a Garzeno aveva acquistato una casa. Poi il suo trasferimento in Ticino dove attualmente risiedeva al quarto piano di una palazzina a sei piani di via Ceresio. Descritto dai vicini come persona “a modo” e "sempre gentile", pare tuttavia che nelle ultime settimane qualcosa in lui fosse cambiato, impressione questa che nasce anche dal fatto che ultimamente non frequentava più il bar dove prima si recava abitualmente con gli amici: quegli stessi amici che ancora stentano a credere nell’ipotesi del suicidio. È anche vero che Luigi Fasulo prima di partire aveva presentato due piani di volo: uno alle 16.15 con rotta Locarno-Linate, l’altro per le 18.15 con rotta Linate-Lugano in quanto l’aeroporto di Lugano al suo arrivo sarebbe stato già chiuso. I due piani di volo dimostrerebbero, di per sé la volontà di tornare a casa dell'uomo che prima di partire aveva traqscorso ore tranquille (almeno a detta della moglie) e aveva salutato la nipotina dicendole che si sarebbero rivisti. Inoltre aveva fatto il pieno al serbatoio con 130 litri di carburante. Intanto è confermato che la Procura di Milano per quanto accaduto ieri indaga non solo per disastro colposo ma anche sulla possibilità che l’uomo si sia tolto la vita e che lo abbia fatto volutamente in modo eclatante allo scopo di far emergere un qualcosa di molto grosso. Si ipotizza, cioè, che abbia voluto spingere gli inquirenti a compiere minuziosi indagini per portare alla luce un giro enorme di denaro: si parla di almeno 4.000 miliardi di lire. Va anche aggiunto, poi, che già gli investigatori milanesi in collaborazione con quelli svizzeri stavano indagando per una colossale truffa ed una estorsione di cui Fasulo ne sarebbe rimasto vittima: indagini che potrebbe scoperchiare un traffico tanto inimmaginabile quanto illecito di capitali tra Italia e Ticino. Il ruolo di Fasulo, comunque, sarebbe stato del tutto marginale in questa vicenda dai lati ancora tutti da chiarire. Come riferitovi nei nostri precede3nti lanci, Fasulo prima di partire per Locarno aveva telefonato alla Questura di Como per raccontargli dell’ammanco dei 140.000 €uro che sarebbero spariti da un suo conto corrente bancario e per riferire di alcuni grossi raggiri che avrebbe subito, ma si sarebbe sentito consigliare di presentare denuncia dove sarebbero avvenute tali fregature, ovvero in Austria e in Francia. Gli inquirenti hanno anche accertato che tempo addietro il pilota avrebbe svolto illecitamente l’attività di cambia-assegni: riceveva assegni di un certo importo, ne anticipava in contanti una parte e quando li metteva all'incasso si teneva teneva la differenza. Fasulo avrebbe cambiato con queste modalità almeno due assegni andati a buon fine, mentre altri due si sarebbero rivelati clamorosi bidoni per circa 1.750.000 €uro. Un giro con referente Sergio Landonio arrestato proprio oggi a Nizza dalla Polizia del Posto che, come quella italiana, da tempo lo indaga per giri legati alle estorsioni, all’usura ed al riciclaggio di denaro. Fasulo sarebbe stato raggirato attraverso un meccanismo molto semplice: persone vicine a Landonio avrebbero depositato su conti bancari somme pari all’assegno da cambiare in modo che in caso di controllo risultassero coperti e una volta che Fasulo avrebbe anticipato il denaro in cambio degli assegni la somma sarebbe stata prelevata e il conto estinto. In questo intricato giro di truffe cui il pilota di Pregassona sarebbe rimasto vittima, spunterebbe anche la figura di un oscuro personaggio russo che lo avrebbe attirato in trappola invitandolo a lavorare per lui come intermediario in cambio di un suo intervento per il ripiano del buco finanziario. I due si sarebbero incontrati a metà febbraio in Austria dove Fasulo avrebbe ricevuto un assegno al portatore a garanzia del valore di 1.750.000 €uro, libretto che in realtà sarebbe stato l’ennesimo bidone. Dal canto suo Sergio Landonio era stato coinvolto in una inchiesta per riciclaggio di denaro sporco legato al traffico di stupefacenti dalla Turchia nel dicembre del ’92 e che sarebbe stato compiuto attraverso prestiti a usura ai danni di numerosi giocatori che frequentavano i casinò di Montecarlo e Sanremo. Nel ‘98 la Questura di Milano aveva sequestrato per evasione fiscale a Landonio e al figlio Gianluca beni per 5 miliardi di lire. I due erano stati definiti due “antiquari” del milanese: Sergio Landonio già all'epoca aveva precedenti per truffa, appropriazione indebita, rapina e associazione per delinquere. Lo stesso Landonio era stato arrestato pochi mesi dopo a Nizza per ricettazione di quadri, opere d’arte e gioielli. Intanto il Sostituto Bruna Albertini della Procura di Milano, titolare dell’inchiesta su quanto accaduto ieri, ha invitato il figlio del pilota, Marco, residente nel Luganese e pilota della Swiss, a recarsi nel suo ufficio per chiarire le sue dichiarazioni rilasciate ieri sera ad alcuni quotidiani in merito alla possibilità che suo padre si sia tolto la vita “perché qualcuno gli aveva ‘mangiato fuori tutto’ sottraendogli anche un milione di dollari". Un altro aspetto che confermerebbe le difficoltà economiche dell’uomo il fatto che alcuni mesi fa sarebbe stato messo in vendita per 70.000 dollari attraverso Internet quello stesso aereo da lui pilotato ieri. Un particolare questo scovato dai reporter del sito web americano “TheSmokingGun.com”, specializzato nella pubblicazione di atti giudiziari online e secondo i quali a metterlo in vendita sarebbe stato il figlio Giorgio attraverso il sito Internet della “Avionsbest.com” con sede in Florida. Nella pagina web si riconosce il velivolo schiantatosi contro il Pirellone non solo per i colori bianco-rosso-arancio, ma anche per il numero di registrazione che si vede sulla fiancata, sotto la bandiera rossocrociata.

di Bob Decker

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