INTERVISTA: Rita Forte, una vita in musica

Tutte le domeniche è ospite fissa a Buona Domenica su Canale5. Sabato sera si è esibita a Campione in un recital di classiche canzoni italiane.
Tutte le domeniche è ospite fissa a Buona Domenica su Canale5. Sabato sera si è esibita a Campione in un recital di classiche canzoni italiane.
Quali sono le difficoltà che una cantante di voce come te, e quindi non cantautrice, può incontrare nella sua carriera?
Tante. In Italia non c’è molto rispetto per le interpreti pure. Non è più come una volta che un autore scriveva per Mina, per la Vanoni etc. Oggi chi scrive le canzoni alla fine le vuole anche cantare. Inoltre voglio polemizzare un po’ con tutto il backstage del mondo musicale italiano. In Italia i discografici danno molta importanza all’età: chi ha superato i trent’anni ha qualche difficoltà a lavorare. Sono tutti presi sulla fobia del giovanilismo perché in fondo sono i giovani che comprano i dischi e allora tutti puntano su loro. Bisogna però dire che per una cantante donna tutto diventa più difficile: un discografico se deve scegliere tra lanciare una cantante o un cantante sceglie il secondo, perché come si dice in gergo “tira di più”.
Sei arrivata, dopo anni di pianobar, a Sanremo nel 1991 e poi nel 1992 ottenendo in entrambe le edizioni un grande successo. Come hai fatto ad arrivare fino a Sanremo?
Prima di cantare lavoravo in uno studio notarile a Roma, facevo la segretaria. Quando si lavora presso un avvocato bisogna non fare errori negli atti notarili, essere molto precisi, puntuali, ordinati, quadrati e io ero esattamente il contrario di tutto ciò. Di sera mi esibivo in un bar romano. Una sera è venuto un produttore ad ascoltarmi e alla fine della mia esibizione è venuto da me e mi ha detto che aveva una canzone da portare a Sanremo. Ha sottolineato che l’aveva già fatta “provinare” ad altre 15 persone e chi l’avrebbe cantata meglio sarebbe andata al Festival. Io l’ho cantata con tutto il cuore e con tutta la passione che avevo e alla fine il produttore a scelto me. Il brano che ho portato a Sanremo era “È soltanto una canzone” con il quale mi sono aggiudicata il terzo posto nella sezione delle nuove proposte. Poi ci sono ritornata l’anno successivo con “Non è colpa di nessuno”, un pezzo davvero molto bello. Ma quell’anno ho incontrato molte difficoltà con il mio ex agente che mi ha impedito in tutti i modi di incidere il brano e farlo uscire sul mercato per cui di quel pezzo non esiste il disco.
Che cos’è la musica per te?
È la mia ragione di vita. Ce l’ho nel Dna. Tutte le volte che canto mi emoziono, mi riempio di gioia. Non importata se non ho venduto 300.000 copie dei miei dischi; l’importante è credere in quello che si fa e io nella musica ci credo molto, altrimenti non avrei abbandonato, dopo la laurea in Scienze politiche, il lavoro che mi si stava presentando. La cosa che più mi piace fare nella vita è cantare e provo soddisfazione quando vede che con il mio canto allieto la vita di chi mi sta ascoltando. Canto anche per il pubblico; il mio scopo è quello di far divertire di mettere allegria con la canzone perché in fondo la musica è un ottima medicina e io la uso tutti i giorni.
Qual è il tuo rapporto con Internet
Devo dire la verità: non me ne intendo molto. Però mi voglio adeguare e ho deciso che anch’io avrò prossimamente il mio sito Internet. Il problema è che voglio fare un sito molto studiato, che sia frutto della mia creazione, voglio pensarlo in tutti particolari. Ma per fare ciò è necessario avere molto tempo a disposizione e io non ne ho mai molto. Poi diciamo anche che sono molto pigra e ciò complica il tutto.
di Sal Feo






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