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MUSICA: Piero Odorici alla Meridiana di Balerna

Ultimo concerto della rassegna "Pitecantropi eretti" con il quartetto del giovane sassofonista bolognese.
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MUSICA: Piero Odorici alla Meridiana di Balerna
Ultimo concerto della rassegna "Pitecantropi eretti" con il quartetto del giovane sassofonista bolognese.
Tra le giovani leve dei jazz, Odorici è una delle figure emergenti che sta mettendosi in luce, proseguendo con grande determinazione una carriera intensa e marcata da prestigiose collaborazioni con musicisti di livello mondiale. Un impegno che accom...
Tra le giovani leve dei jazz, Odorici è una delle figure emergenti che sta mettendosi in luce, proseguendo con grande determinazione una carriera intensa e marcata da prestigiose collaborazioni con musicisti di livello mondiale. Un impegno che accomuna il suo destino a quello di molti altri jazzman italiani, tra cui, ad esempio Rosario Giuliani. Come Giuliani, tra l'altro, Odorici ha recentissimamente registrato un album per la Dreyfuss Records, dal titolo "Massiv Groove", e quest'ultima "impresa" consacra effettivamente la statura internazionale della sua musica.

A Balerna, per l'ultimo concerto della rassegna "Pitecantropi eretti", organizzata dall'ACP, Odorici è stato coadiuvato da Marcello Tonolo al pianoforte, Marc Abrahams al contrabbasso e da Massimo Ciarella alla batteria. Impossibilitato ad utilizzare il suo strumento prediletto, il sax tenore, perché rotto recentemente e non ancora riparato, Odorici ha ripiegato (si fa per dire) sull'alto e sul soprano. Con il primo Odorici utilizza una impostazione decisamente parkeriana, fitta e funambolica, mentra riserva l'alto ai brani modali, dove il discorso solistico si innesta di elementi coltraniani. Teso tra questi due poli stilistici, il filo del concerto si muove attraverso un programma decisamente interessante. Il quartetto ha di proposito evitato di proporre brani originali, ma ha operato una scelta di standards che capita raramente di sentire eseguiti dal vivo. A cominciare da un "Thing of me" monkiano, per proseguire con la stupenda "Little Melonae" di Jacky McLean e per raggiungere i momenti culminanti nella ballad di Kurt Weil "My Ship", in cui Odorici ha improvvisato in maniera stupenda, e nella conclusiva "All God's chillun' got Rithm", brano della tradizione più arcaica del jazz proposto in una versione Bop dal tempo velocissimo.

Oltre che per la sua originalità musicale, il concerto è stato apprezzabilissimo per la scelta di un'esecuzione totalmente acustica: senza la mediazione dinamica di microfoni ed amplificatori, in effetti, il suono complessivo risulta più caldo e diretto, più equilibrata e godibile. I (non molti) presenti, hanno potuto sperimentare una sorta di tuffo nel passato, ai tempi in cui il jazz si ascoltava davvero così, nei piccoli club, spalla a spalla con i musicisti.

Il concerto ha chiuso in bellezza la rassegna che aveva scelto come filo conduttore del proprio cartellone quattro tra le più interessanti formazioni guidate da sassofonisti. Un programma davvero stimolante che ha permesso di scoprire nomi e volti nuovi e meno nuovi del panorama jazzistico Italo-svizzero, e che meriterebbe molta più attenzione da parte del pubblico. All'anno prossimo!

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