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BELLINZONA

Albanese e l'ottimismo contemporaneo

Successo per lo spettacolo di martedì sera a Castelgrande.
Foto d'archivio
Albanese e l'ottimismo contemporaneo
Successo per lo spettacolo di martedì sera a Castelgrande.
di Joe Pieracci BELLINZONA - "Non c'é problema, è evidente. Il problema non c'é! Benvenuti al consueto appuntamento di ottimismo contemporaneo. Felici. Felici di vivere in questo tempo, in questo momento storico. E' un gran bel ...

BELLINZONA - "Non c'é problema, è evidente. Il problema non c'é! Benvenuti al consueto appuntamento di ottimismo contemporaneo. Felici. Felici di vivere in questo tempo, in questo momento storico. E' un gran bel mondo. E' una gran bella Italia. Insomma bene. E' un'Italia che va al settimo cielo. Ma anche di più. Insomma, vi ricordate quando eravamo poveri? Quanti ricordi. Tanti ricordi. Insomma, da tre anni a questa parte (da quanto Berlusconi è premier, ndr.) l'economia gira. Gira in senso orario. Ma anche in senso antiorario. Insomma è un gran bel mondo. E poi: quanta serenità. Da tre anni a questa parte siamo circondati da una serenità invadente. Da tre anni a questa parte non si pagano più le tasse. Io volevo pagarle. Ci sono andato. Toc, toc, toc... chi è? Sono io! Io chi? L'ottimista, Antonio. E cosa vuole? Voglio pagare le tasse! Oh grazie, ma non ce n'é più bisogno. Insomma tutto bene. E allora amici di Bellinzona, voi che come noi sostenete il nostro tempo e dunque anche questo momento storico, cantate assieme a me il cantico di questo tempo: meerda, meerda, meerda, merda, merdaa, merda, merda...".

Questo, quasi in apnea, l'attacco dello spettacolo di ieri sera. Antonio Albanese, spalleggiato da "capelli unti" Nicola Rignanese. La bella cornice di Castelgrande a Bellinzona. La gente è tanta. Primi applausi.

E poi quasi senza fiatare: "...insomma bene, invidiamoci, ammiriamoci, abbracciamoci, contattiamoci, condoniamoci". Lo show è partito.

Tra parole e silenzi, fisicità ed acume, finezze stilistiche e mimo un bravo Antonio Albanese ci regala uno spettacolo divertentissimo e al contempo tragico. Una lunga sequenza di tic e caricature che mette in scena la gravità del nostro tempo.

Alcuni personaggi sono noti, altri meno. C'é l'Ottimista contemporaneo, che apre lo spettacolo. C'é il Perego, l'industriale del nord che produce eternit, il brianzolo dai valori più che azzerati e dal "va a da via el cü" facile. Perego ha come unica religione quella della produttività. "Non mi annoio mai, non ho tempo", dice. Perego però ha anche un figlio drogato ed inglesizzato che si veste solo di capi firmati. "Te someat una pantegana bianca - gli dice - lo spermatozoo di Piero Pelù, un Pokemon. Ostia. Te fe schivit. Te me paret un rat. Disgraziaaa. Va a da via el cü te e Giorgio Armani. Te paret una nutria con l'influenza".
"Non me lo meritavo - dice Perego padre - te lavürat tüt el di e tüta la not, el di cuma la not, e cosa ti nasce? Na pantegana". E ancora, rivolto al figlio: "Io alla tua età dormivo solo di mercoledì pomeriggio. E neanche tutti i mercoledì. Va a lavüra. Anzi: va a da via el cü. Rat".
I Perego: "Lavoro, materiale, fisico. Noi Perego si lavora sempre. Da tre generazioni. E el rat, invece, lui addirittura si innamora". Perego padre lavora tanto, sempre. Ma niente amore. E vacanze mai. Solo una volta c'è andato: "Sono stato una volta in vacanza fuori dal paese. Sono andato, coma al sa ciama, Sharm el Sharm, Sharm Shalam, Sheim Shalom, cüma l'é che sa dis? Sharm el Sheik. Bello né! Però a me piace cagare in casa. Mi sono trovato male. L'ho tenuta per una settimana e quando sono tornato ho derattizzato il borgo. A me piace cagare nel mio vater. Li a Sharm el Shlaik o cüma al sa ciama me trovavi mia ben, ostia. Ho cagato dopo una settimana. Ormai l'é inscì". E via di seguito.

Resta la scena, cambia il personaggio. Il cambio di registro è repentino. Le risate e le battute scorrono a raffica. Ma i pensieri sono sempre conditi dalla critica a questa società che ci fa dire "non c'é problema" anche quando nuotiamo "sota un metar da merda", per dirla alla Perego.

Albanese si trasforma in Alex Drastico, siculo, nullafacente da tre generazioni, anche lui con un figlio tossicodipendente e che "c'avevo una moglie, ma accidentalmente mi è morta. Gli ho inflitto una pena. Nel senso che gli ho inflitto un macete e accidentalmente mi è morta". Via Drastico ecco il sindaco corrotto che promette "più pilu per tutti", poi il professore depresso e represso che boccia l'unico allievo che conosce le risposte giuste, seguito dal sommelier idiota e da una gag sugli snowboard. Devastante.

Albanese è un'intellettuale. Albanese è un comico pensante che non disdegna le stilettate contro le ipocrisie e le tristezze del nostro tempo come pure una surreale critica all'Italia di Silvio Berlusconi, Tremonti e della Moratti. Albanese è un attore che, personaggio dopo personaggio, crea il suo personale inno all’umorismo, all'amore, alla semplicità, al ridere intelligente di tutti quegli uomini che sono capaci di guardare all’esistenza sorridendone, malgrado tutto.

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