Vandalismo: «Due casi, ecco l’ammontare dei danni. Siamo preoccupati»

Il Municipio risponde a un’interpellanza di Silvia Barzaghi (La Sinistra): il punto tra procedure, videosorveglianza e denunce.
LUGANO - Il vandalismo colpisce beni immobili pubblici e privati a Lugano e preoccupa il Municipio. Nella risposta a un’interrogazione della consigliera comunale Silvia Barzaghi (La Sinistra), l’Esecutivo ha fatto il punto sul fenomeno.
«Nell'ultimo anno gli immobili che sono stati oggetto di atti vandalici sono due», spiega il Municipio. «La nuova scuola dell'infanzia di Molino Nuovo, nell'estate del 2024, con rotture di vetri e danneggiamenti alle strutture e la nuova scuola dell'infanzia di Cadro a fine gennaio 2025, con rotture di vetri e danneggiamenti di opere d'arte».
Barzaghi sottolineava che «in un periodo in cui occorre risparmiare sembra importante tenere sotto controllo e prevenire quanto più possibile il fenomeno del vandalismo». Ecco dunque il nocciolo della questione: quanto sono costati questi due episodi? «I danni ammontano a fr. 36'142.37 a Molino Nuovo e fr. 36'043.79 a Cadro».
L’Esecutivo precisa però che di regola viene fatta denuncia al Ministero pubblico. «In diversi casi i danni sono stati risarciti spontaneamente da parte dei colpevoli o dei loro genitori, in caso di minorenni».
«Il Municipio è preoccupato dal fenomeno del vandalismo e ritiene che le procedure aggiornate possano fungere da deterrente per il ripetersi degli atti vandalici ai danni dei beni della Città».
Ma in cosa consistono queste procedure? «L'ammontare dei danni viene prontamente constatato, in seguito i servizi di competenza si attivano con i professionisti in grado di ripristinare la situazione; nel frattempo gli eventi vengono segnalati all'assicurazione ed eventualmente anche al Ministero pubblico».
Per reagire tempestivamente a questi fenomeni «è stata predisposta una procedura condivisa tra servizi per procedere con gli atti necessari e tempestivi alle opportune denunce/segnalazioni al Ministero pubblico».
Alcune strutture comunali e alcuni comparti sono già dotati di sistemi di videosorveglianza mentre dove «non ve ne sono e ci sono fenomeni ricorrenti da monitorare, è possibile posizionare delle telecamere mobili secondo l’apprezzamento puntuale delle singole situazioni. Si ricorda che l'adozione di videosorveglianza fissa e capillare non è un'ipotesi sostenibile né dal profilo dei costi, né dal profilo giuridico».
Infatti, la videosorveglianza «deve, innanzitutto, essere idonea e necessaria al raggiungimento dello scopo perseguito e deve sussistere un rapporto ragionevole tra tale scopo e la violazione di diritti e libertà fondamentali che ne risulta. Lo scopo perseguito deve essere d’interesse pubblico».
Successivamente alla sua messa in funzione, «la videosorveglianza va regolarmente valutata nella sua proporzionalità e va, se del caso, a tempo opportuno adattata o sostituita con altre misure, meno invasive nei diritti, qualora gli eventi di sicurezza o di ordine pubblico che l’hanno imposta si siano risolti o attenuati nella loro gravità e portata».