Il Consuntivo e le tirate d'orecchio contro i consiglieri leghisti


Durante la discussione in aula non sono mancate le critiche e le frecciatine contro Zali e Gobbi
Durante la discussione in aula non sono mancate le critiche e le frecciatine contro Zali e Gobbi
BELLINZONA - Forse intravedendo una crepa nella solidità dei due pilastri leghisti al Governo, la seduta di Gran Consiglio si è rivelata il momento utile per gli altri partiti per sferrare attacchi più o meno diretti ai consiglieri di Stato Claudio Zali e Norman Gobbi.
Chiara e affilata è stata la frecciatina all'arrocco lanciata ieri da Fiorenzo Dadò (Il Centro). «Non è certo scambiandosi le seggiole di velluto ormai consunte negli ultimi anni prima delle elezioni che si risolvono i problemi che affliggono il Ticino e che si recupera terreno su progetti mai realizzati. Ancor più se questi cambiamenti non vengono accompagnati da un programma politico su come si intenda cambiare le politiche in questi uffici. Ancor meno si può trovare consenso se non si capisce cosa significhi la responsabilità di un cambio dipartimentale».
Quasi inciampa, Zali, nel rispondere alle accuse di Lisa Boscolo (PS) mosse verso il suo dipartimento, tacciato di non rispettare la parità di genere. Il consigliere di Stato ha confermato l'assenza di donne adducendola prima alla noiosità delle mansioni e poi all'assenza di figure adeguate. Una risposta nella quale Boscolo ha letto dei pregiudizi, tacciando Zali di sessismo e promettendo di approfondire il tema per il futuro.
Anche il dipartimento di Gobbi non è stato risparmiato dalle critiche. Durissimo l'attacco di Natalia Ferrara (PLR) lanciato oggi, la quale, «a titolo personale», ha precisato che «quest'aula senta non solo sfiducia o incompetenza, ma molto di più. Non so cosa deciderà il Consiglio di Stato, mi piacerebbe che qualcuno chiedesse ai magistrati se meritano la chance di avere qualcun altro alla conduzione di questo dipartimento. Io penso di sì».
E ancora: «Almeno oggi mi sarei aspettata da Gobbi una risposta sul perché, in così tanti anni, non è stato in grado di fare una cosa buona per la giustizia». In precedenza, il consigliere di Stato leghista aveva risposto alle critiche sottolineando che «come al solito non ci sono state domande puntuali sul consuntivo». Alla fine, per la cronaca, è arrivata comunque la luce verde al rendiconto del dipartimento con 36 voti favorevoli, 26 contrari e 20 astenuti.