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Crediti a società "furbette", Quadri preoccupato per il Ticino

Il consigliere nazionale interpella il Consiglio federale chiedendo di chinarsi sui numerosi abusi
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Crediti a società "furbette", Quadri preoccupato per il Ticino
Il consigliere nazionale interpella il Consiglio federale chiedendo di chinarsi sui numerosi abusi
LUGANO/BERNA - Con i crediti "anti-coronavirus" a tasso zero garantiti dalla Confederazione, il Consiglio federale ha creato un sistema di accesso al credito semplice e rapido, con l’obiettivo di salvare attività imprenditoriali e posti ...

LUGANO/BERNA - Con i crediti "anti-coronavirus" a tasso zero garantiti dalla Confederazione, il Consiglio federale ha creato un sistema di accesso al credito semplice e rapido, con l’obiettivo di salvare attività imprenditoriali e posti di lavoro.

«Quale rovescio della medaglia - come ricorda il consigliere nazionale Lorenzo Quadri (Lega), interpellando il Governo federale - si pone però la questione dell’eccessiva facilità di accesso a questi crediti, garantiti per intero dall’ente pubblico per somme fino a 500 mila franchi».

«A seguito della garanzia federale - spiega Quadri -, le banche erogatrici non si assumono alcun rischio, quindi non sono stimolate a svolgere verifiche. Ed il sistema si basa sull’autocertificazione da parte del richiedente».

E forse proprio per questo, in vari Cantoni sono aperte inchieste penali per presunti abusi nei crediti anti-coronavirus. Esemplare al proposito l’ultimo caso emerso nei giorni scorsi in Ticino: imprenditori italiani formalmente residenti nel Medrisiotto sono indagati per aver ottenuto un credito per la loro società già gravata da una procedura di fallimento; dopodiché, si sono dati alla macchia.

«L’esagerata facilità di accesso a crediti che poi l’ente pubblico rischia di trovarsi a ripianare con soldi del contribuente, apre dunque le porte ad abusi e desta preoccupazioni. Ciò - conclude Quadri - vale soprattutto in Ticino. Questo perché in Ticino, a seguito della libera circolazione delle persone, si sono insediate numerose società italiane di dubbia reputazione».

Al Consiglio federale vengono quindi posti i seguenti interrogativi:

È intenzione del CF, onde responsabilizzare maggiormente le banche nell’erogazione dei crediti anti-coronavirus, limitare la garanzia della Confederazione all’85% del credito anche per somme inferiori ai 500mila Fr, come accade per quelle superiori a tale ammontare?

È intenzione del CF pubblicare un resoconto di tutti i crediti erogati, suddiviso per Cantone, che indichi anche la nazionalità dei beneficiari in ogni Cantone?

Come valuta il CF i casi di (presunti) abusi emersi?

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