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Dipendenti statali pagati al 100%, la Lega non vuole disparità

Interrogazione al Consiglio di Stato in merito allo stipendio versato a dipendenti statali e docenti durante il lockdown
TiPress - foto d'archivio
Dipendenti statali pagati al 100%, la Lega non vuole disparità
Interrogazione al Consiglio di Stato in merito allo stipendio versato a dipendenti statali e docenti durante il lockdown
BELLINZONA - «Corrisponde al vero che tutti i dipendenti pubblici avranno diritto allo stipendio al 100% indistintamente dalle ore fatte in periodo di lavoro ridotto?». È la domanda che la Lega dei ticinesi sottopone al Consiglio d...

BELLINZONA - «Corrisponde al vero che tutti i dipendenti pubblici avranno diritto allo stipendio al 100% indistintamente dalle ore fatte in periodo di lavoro ridotto?». È la domanda che la Lega dei ticinesi sottopone al Consiglio di Stato in un’interrogazione.

L’obiettivo dei tre deputati firmatari - Fabio Badasci, Omar Balli ed Enea Petrini - è mettere in evidenza la «disparità di trattamento» tra il settore pubblico e chi «ha comunque dovuto lavorare a favore della comunità e faticare per mantenere le norme imposte contro la diffusione e rispettivamente chi ha dovuto stare a casa perdendo però il 20% di salario».

Il settore privato ha potuto far capo al lavoro ridotto con uno stipendio ridotto all’80% per le ore perse. Ogni datore di lavoro era comunque libero di coprire il 20% perso tramite un contributo aziendale. Ma l’eventuale stipendio al 100% di impiegati statali e docenti - scrivono i leghisti - «è coperto dal Cantone e quindi da noi cittadini, anche da quelli che si sono visti il salario decurtato del 20%».

Al Governo ticinese viene domandato «come intende affrontare la questione», così come intende comportarsi con «le ore in esubero e non consumate di chi era a casa».

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