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LUGANO

Ex macello, le fasi finali dello sgombero

C'è tempo fino al 31 gennaio, poi la Città procederà in autonomia per poter procedere con il progetto del Campus Matrix. Ghisletta: «C'è carenza di luoghi alternativi».
TiPress
Ex macello, le fasi finali dello sgombero
C'è tempo fino al 31 gennaio, poi la Città procederà in autonomia per poter procedere con il progetto del Campus Matrix. Ghisletta: «C'è carenza di luoghi alternativi».

LUGANO - L’ex macello di Lugano e la scena culturale alternativa cittadina si trovano in una fase decisiva. Da un lato, il Municipio si prepara a presentare un messaggio per rendere disponibili alcuni spazi destinati alla creazione e alla diffusione di produzioni artistiche indipendenti; dall’altro, l’area dell’ex macello entra nella fase conclusiva di una lunga transizione che porterà alla realizzazione del Campus Matrix, facente parte del progetto di sviluppo dell’Università della Svizzera italiana.

L’avvio operativo del progetto è subordinato allo sgombero definitivo degli oggetti personali degli autogestiti ancora presenti nello stabile. In base a un accordo tra Città e autogestiti, il recupero dei materiali dovrà avvenire entro il 31 gennaio (termine ultimo dopo la proroga al termine precedentemente fissato al 15 di novembre). Fino a quella data sarà possibile accedere alla struttura per ritirare effetti personali, dopo di che la Città procederà allo svuotamento e, da febbraio, gli architetti inizieranno le analisi preliminari per la progettazione. L’obiettivo del Municipio è di presentare il messaggio con i relativi costi entro l’estate. Il Campus Matrix prevede spazi di coworking, aree espositive, un centro eventi, ristorazione e alloggi temporanei per studenti e docenti, configurandosi come un polo culturale e universitario multifunzionale.

Nel frattempo, nonostante le demolizioni parziali del 2021, l’ex macello ha continuato a essere un punto di riferimento informale, come dimostrano i recenti eventi pubblici organizzati dagli autogestiti. Secondo il municipale Raoul Ghisletta, interpellato dalla Regione -, questo conferma la carenza di luoghi alternativi e aggregativi in città. Il Municipio intende quindi individuare spazi più piccoli e funzionali per attività culturali indipendenti, pur riconoscendo che non risponderebbero pienamente al bisogno di grandi luoghi informali. Tra le ipotesi a lungo termine figura l’ex Scuola di sartoria, mentre per il breve periodo si valutano anche soluzioni fuori città, in un contesto in cui il fabbisogno di spazi per la cultura indipendente emerge soprattutto nell’area luganese.

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