"Questa è una legge poliziesca"

Ulisse Albertalli, il signore dei bordelli, non è convinto delle nuove norme sulla prostituzione: "Non mi va che la polizia vada e venga da 'casa mia' senza autorizzazione"
PAZZALLO – È stata presentata solo da poche ore, ma già sta suscitando reazioni di vario genere. La nuova legge sulla prostituzione, illustrata giovedì mattina dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, non va giù a Ulisse Albertalli, il signore dei bordelli. Che non usa giri di parole per esprimersi in merito: “Questa è una legge poliziesca. Tutto a loro favore, e a noi restano solo le imposte da pagare”.
Albertalli recrimina anche sul fatto che le autorità non lo abbiano coinvolto nella messa a punto delle nuove norme. “Hanno creato una legge senza interpellare chi lavora al fronte. Nessuno ci ha chiesto un parere. Tra le righe inoltre noto una certa tendenza a dipingere noi gestori come la ‘pecora nera’ della società. Perché tutte queste responsabilità su di noi? Ci stanno caricando di ‘legna verde’. Perché dobbiamo distribuire preservativi gratuitamente? E a noi chi li paga? Spiace dirlo, ma si sta andando contro la libertà di commercio. E non solo”.
Il gerente dell’Oceano è stizzito soprattutto per i margini di manovra che la polizia avrà all’interno dei locali a luci rosse. Per fare un controllo non servirà più il mandato del Ministero pubblico. “Non mi va che la polizia vada e venga da ‘casa mia’ senza un’autorizzazione. È violazione della privacy”.
Chiusura sugli aspetti sanitari e sull’obbligo, da parte delle prostitute, di fare controlli regolari. “Tutto questo è relativo. Magari una ragazza al lunedì fa il controllo dell’AIDS e risulta sana. Poi qualche giorno dopo ha un rapporto a rischio e resta contagiata. E allora che significa? Che dovrei mandare le ragazze tutti i giorni a fare controlli? Non so che dire…”



