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Le figlie difendono il presunto principe in carcere a Lugano: «Siamo nobili e fiere di lui»

La parola alle tre sorelle Selassié che hanno parlato del padre, ora in carcere alla Farera, in diretta televisiva
tipress
Una guardia carceraria in una foto d'archivio.
Le figlie difendono il presunto principe in carcere a Lugano: «Siamo nobili e fiere di lui»
La parola alle tre sorelle Selassié che hanno parlato del padre, ora in carcere alla Farera, in diretta televisiva
LUGANO/MILANO - Ne avevamo parlato qualche giorno fa del presunto principe finito in carcere alla Farera dopo un'estradizione per una grossa truffa internazionale. Una notizia, questa, i cui contorni sconfinano fra la cronaca e lo spettacolo vis...

LUGANO/MILANO - Ne avevamo parlato qualche giorno fa del presunto principe finito in carcere alla Farera dopo un'estradizione per una grossa truffa internazionale.

Una notizia, questa, i cui contorni sconfinano fra la cronaca e lo spettacolo visto che le 3 figlie del carcerato in questione, sedicente nipote del re etiope Heilé Selassié, si trovano al momento come concorrenti del Grande Fratello Vip andato in onda proprio ieri sera su Canale 5.

Durante la trasmissione, alla fine, non si è potuto non fare riferimento delle vicende di Lugano che in Italia sono state rese note dal giornale Oggi. Le tre ragazze (Jessica, Clarissa e Lulù) hanno voluto parlare del padre, giustificandone le origini nobiliari e rimanendo vaghe però sulle vicissitudini penali.

«Siamo qui per tenere alto il suo nome», confermano le tre come riportato dal Corriere della Sera, «non ci vergogniamo, lo amiamo e siamo molto fiere di lui. Perché non ne abbiamo parlato prima? Non ci sentivamo di condividere il nostro dolore».

Per quanto riguarda, invece, il lignaggio non si tirano in dietro dalle accuse che papà fosse semplicemente il giardiniere del Re: «durante la rivoluzione che ha spodestato il nostro bisnonno, papà è riuscito a scappare cambiando però nome appena arrivato in Italia».

Qualche tempo dopo l'uomo sarebbe «andato a Londra a recuperare i contatti» confermano le ragazze che si dicono «orgogliose» delle loro radici.

Una versione, questa, un po' diversa da quella raccontata dai media italiani che parlano di un viaggio Oltremanica per falsificare le carte e arrogarsi un titolo nobiliare che, in realtà, non sarebbe stato suo.

 

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