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LUGANO

“L’arresto di mio cugino non ci fa affatto piacere”

La banca Cornèr, per bocca dell’avvocato Piotrkowski, prende le distanze dall’ex consigliere arrestato
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“L’arresto di mio cugino non ci fa affatto piacere”
La banca Cornèr, per bocca dell’avvocato Piotrkowski, prende le distanze dall’ex consigliere arrestato
LUGANO - “Non fa certo piacere che un ex membro del CdA sia stato arrestato”. Non l’hanno presa bene, ai piani alti di Cornèr Banca, la notizia dell’arresto di Filippo Dollfus De Volckersberg . Nella sede di v...

LUGANO - “Non fa certo piacere che un ex membro del CdA sia stato arrestato”. Non l’hanno presa bene, ai piani alti di Cornèr Banca, la notizia dell’arresto di Filippo Dollfus De Volckersberg . Nella sede di via Canova, va detto, “non lo si vede più dal 2012, quando è uscito dal Cda dopo 34 anni di attività” fa sapere la banca. “Da allora non abbiamo più rapporti con lui”. Poco lontano, negli uffici della fiduciaria amministrata dal noto finanziere luganese, in via degli Amadio, il telefono suona a vuoto.

A scanso di equivoci, Cornèr Banca precisa in un comunicato che "Filippo Dollfus non fa più parte del Consiglio d'Amministrazione dell'istituto e non ha mai ricoperto cariche operative in seno al Gruppo" e che la famiglia Piotrkowski-Dollfus, di cui Dollfus De Volckersberg è membro, detiene tuttora quote di minoranza della banca.

"Fino a prova contraria..." - “Non so cosa abbia combinato mio cugino, ho saputo dell’arresto pochi minuti fa” commenta a caldo l’avvocato Marco Piotrkowski, membro del CdA della Cornèr. “Il fatto che sia stato arrestato non è certo positivo per l’immagine della banca, ma tengo a precisare che le sue attività di fiduciario non hanno nulla a che fare né con la famiglia né con la Cornèr, e che comunque fino a prova contraria vale la presunzione d’innocenza”.

Scattano le manette - Dollfus, ricordiamo, è stato arrestato in Italia poiché accusato di vari reati finanziari finalizzati al riciclaggio: lo ha comunicato stamani la Guardia di Finanza. Il finanziere avrebbe aiutato dei facoltosi clienti italiani a occultare ingenti patrimoni all’estero. In particolare, l'arresto sarebbe scattato nell'ambito delle indagini sulla famiglia del "re del mattone" Francesco Bellavista Caltagirone: inchiesta partita nel 2010 - quando Dollfus era ancora in Cornèr, ndr. - e che vide coinvolto l'allora ministro italiano Claudio Scajola.

 

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