Il telelavoro resiste per oltre 45mila impiegati

Ci sono aziende che l'hanno abolito, altre che lo monitorano. Ma in Ticino se ne avvale quasi un lavoratore su tre
In Ticino poco più di un quarto dei dipendenti dello Stato è autorizzato a lavorare da casa. Lo smartworking non è affatto tramontato, anzi, è una realtà che persiste nonostante i tempi della pandemia - quando termini come homeworking e telelavoro entrarono a far parte del nostro quotidiano - siano ormai un ricordo.
A cinque anni dallo scoppio della pandemia, in Ticino le persone occupate che svolgono telelavoro sono ancora numerose, sull'ordine di decine di migliaia come ci conferma, interpellato, l'Ufficio dell’ispettorato del lavoro.
In che percentuale esiste ancora il telelavoro presso i datori di lavoro ticinesi?
«Secondo i dati statistici della Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera RIFOS, nel 2023, in Ticino le persone occupate che svolgono telelavoro sono 45’097, pari al 28% degli occupati residenti».
Esiste anche il dato analogo relativo ai dipendenti dell'Amministrazione pubblica?
«Per quanto riguarda l’Amministrazione cantonale, il 26% degli impiegati, nominati, incaricati e ausiliari, è autorizzato al telelavoro».
Attualmente a livello normativo, vi è una regolamentazione che limiti in qualche misura la possibilità di lavorare da casa?
«In Ticino non esiste una legge cantonale specifica che regolamenta il telelavoro. Nemmeno la Legge sul lavoro (LL) menziona il modello del telelavoro. Per quanto riguarda le aziende, valgono pertanto i regolamenti in vigore all’intero delle stesse, purché non siano in contrasto con i disposti della LL. Per quanto riguarda, invece, l’Amministrazione cantonale, dal mese di agosto del 2020 è in vigore il Regolamento sul telelavoro».
Esiste un numero massimo di giorni in cui un dipendente può lavorare da casa?
«Per le aziende, è consigliabile che i datori di lavoro elaborino una convenzione per regolamentare anche la durata del telelavoro a domicilio. Per quanto riguarda invece l’Amministrazione cantonale, se la loro funzione è esercitabile in remoto e su autorizzazione dei superiori, gli impiegati possono svolgere al massimo due giorni di telelavoro alla settimana se il loro grado di occupazione è compreso fra l’80% e il 100%, che diventano uno se il grado di occupazione è compreso tra il 50% e il 79%».
Quali obblighi ha un datore di lavoro che vuole attivare il lavoro da remoto?
«La responsabilità del datore di lavoro riguarda tutti i fattori legati al lavoro che si ripercuotono sulla salute dei dipendenti. Il datore di lavoro ha dunque l’obbligo di proteggere la salute dei propri dipendenti e di attuare tutte le misure necessarie per il telelavoro a domicilio. Per quanto riguarda l’Amministrazione cantonale, si precisa che l’autorizzazione al telelavoro avviene su richiesta degli impiegati e non del datore di lavoro, che offre questa possibilità alle condizioni definite nel regolamento. Il datore di lavoro attua gli interventi necessari per permettere agli impiegati di collegarsi alla rete da casa».